(ASI) Nel giorno in cui Pechino si prepara alle celebrazioni per il 71° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, proclamata ufficialmente da Mao Zedong il primo ottobre 1949, il presidente Xi Jinping e gli altri componenti del Comitato Permanente del Politburo, cioè il primo ministro Li Keqiang, Li Zhanshu, Wang Yang, Wang Huning, Zhao Leji e Han Zheng, oltre al vicepresidente Wang Qishan, hanno reso omaggio ai Martiri in Piazza Tienanmen.
Stabilita per la prima volta nel 2014, questa ricorrenza vede i vertici politici e militari del Paese e l'intera popolazione ricordare tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la difesa della sovranità, l'integrità territoriale e la prosperità della nazione, appena prima dell'inizio delle celebrazioni per la fondazione della Repubblica Popolare. Nel corso degli anni si è affermata una definizione più ampia, che includesse tra i Martiri non soltanto i militari caduti in guerra ma anche quei civili che, durante invasioni, catastrofi naturali o crisi sanitarie come quella da Covid-19, si sono sacrificati per il Paese e per gli altri. Nei registri di Stato si contano ad oggi circa 1,9 milioni di Martiri riconosciuti, ma si ritiene che le ricerche dei prossimi anni potrebbero aumentarne il numero sino a quasi 20 milioni. A questo proposito, proprio pochi giorni fa, in seguito ad un accordo tra Cina e Corea del Sud, le spoglie di 117 Soldati caduti durante la Guerra di Corea del 1950-'53 erano rientrate a Pechino a bordo di un volo militare per essere omaggiate dalle istituzioni e dalle forze armate.
Da domani, dunque, centinaia di milioni di cinesi andranno in ferie nella cosiddetta seconda settimana d'oro dell'anno, dopo quella prevista per il Capodanno lunare (Chūnyùn). Quest'anno, inoltre, il primo ottobre coincide anche con la Festa di Metà Autunno (Zhōngqiūjié), giorno in cui la religione tradizionale cinese celebra Chang'e, dea della Luna, ragion per cui la settimana d'oro quest'anno si prolungherà di un giorno, sino all'8 ottobre. Per la mastodontica macchina turistica cinese si tratta del primo grande test su scala nazionale dopo l'emergenza Covid-19, che aveva di fatto annullato l'ultimo Capodanno lunare, previsto a partire dal 25 gennaio scorso, proprio due giorni dopo il lockdown totale imposto a Wuhan, quando la provincia dello Hubei e l'intero Paese piombarono nel panico per la nuova ed ignota minaccia infettiva.
Secondo quanto riporta il Financial Times, la piattaforma di prenotazione on-line Ctrip stima in oltre 600 milioni il numero di viaggi previsti per questa settimana d'oro, circa il 20% in meno rispetto allo scorso anno, quando il settore turistico registrò ricavi per 9,5 miliardi di dollari nella sola settimana feriale. La sfida sarà doppia per lo Hubei ed il suo capoluogo Wuhan, dove il governo locale ha lanciato sin dalla scorsa primavera una massiccia campagna promozionale finalizzata ad attrarre turisti non soltanto per cercare di recuperare, almeno in parte, le pesanti perdite economiche subite nei 76 giorni di lockdown, conclusisi lo scorso 8 aprile, ma anche per rigenerare la fiducia nella metropoli cinese dopo il duro colpo d'immagine patito a livello nazionale ed internazionale con l'ingenerosa reputazione di "area-focolaio". In città sono attese lunghe file per la visita alla Pagoda della Gru Gialla, una delle torri più importanti nella tradizione cinese.
Sarà comunque un turismo interno diverso quello che prenderà il via domani. Molti cinesi hanno ormai cambiato le loro abitudini, mantenendo alto il livello di guardia nei luoghi pubblici dove, oltre ad indossare le non inedite mascherine, si presta molta attenzione a mantenere il distanziamento sociale e si prediligono in larga parte viaggi di breve o media percorrenza proprio per evitare spostamenti troppo lunghi o rotture di carico nel trasporto pubblico, ancora molto utilizzato dai cinesi, in particolare l'alta velocità ferroviaria, ben ramificata ed efficiente. Il Ministero dei Trasporti del Paese asiatico prevede infatti un traffico auto in aumento soltanto dell'1-3% rispetto alla settimana d'oro autunnale dello scorso anno, per un totale di 54 milioni di veicoli quotidiani negli otto giorni di vacanze.
L'ultimo del mese è anche il giorno della pubblicazione dei dati macroeconomici da parte del Dipartimento Nazionale di Statistica, che consegna agli analisti un quadro generale abbastanza confortante. A settembre, il PMI manifatturiero è salito a 51,5 punti dai 51 di agosto, consolidando la tendenza positiva dell'economia cinese che permane in terreno espansivo per il settimo mese consecutivo. Zhao Qinghe, direttore del Dipartimento, fa sapere che la ripresa del sistema della domanda e dell'offerta si mantiene stabile, segnando un aumento dei elementi positivi come effetto delle politiche di riequilibrio tra monitoraggio sanitario e sviluppo economico.
Nel mese che si conclude oggi, il sottoindice relativo alla produzione è salito a quota 54 punti, in aumento di 0,5 punti rispetto ad agosto, mentre quello relativo ai nuovi ordini è cresciuto di 0,8 punti toccando quota 52,8. Nel dettaglio, il sottoindice relativo ai nuovi ordini dall'estero segna 50,8 punti, 1,7 in più del mese scorso, per la prima volta al di sopra della soglia dei 50 punti in questo difficile 2020. Scorrendo i sottoindici relativi ai diversi settori, spicca la manifattura ad alto contenuto tecnologico, che si assesta a 54,5 punti, confermandosi tra i comparti trainanti dell'economia cinese, mentre le apparecchiature si fermano a 53 punti.
Per quanto riguarda le diverse dimensioni d'impresa, invece, l'indice PMI relativo alle piccole aziende, grazie agli incentivi e agli stimoli messi in campo dal governo per la ripresa, torna a salire sopra i 50 punti (50,1), in crescita di 2,4 punti sul dato di agosto. Il PMI non-manifatturiero sale a settembre a quota 55,9, segnando una decisa accelerazione rispetto al mese precedente, con un rimarchevole balzo in avanti delle attività commerciali (+0,9).
Nonostante questi dati, permangono ancora criticità ed ostacoli da superare. Alcuni esperti sostengono che le misure adottate per l'industria manifatturiera e le piccole imprese debbano essere ulteriormente rafforzate. Lunedì scorso, la Banca Mondiale ha rivisto al rialzo la previsione per la crescita cinese (+2%) nel 2020 rispetto alla precedente stima di giugno (+1%), ma il dato è chiaramente ancora molto lontano dal 6,1% dello scorso anno.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia