(ASI) Il Governo argentino ha emesso oggi il decreto per la ristrutturazione del debito estero di circa 66,2 miliardi ricalcando l’accordo già raggiunto e diffuso lo scorso 4 agosto.
Nello specifico il decreto autorizza emissioni di scambio che rappresentano per Buenos Aires uno sconto complessivo equivalente a circa 33 miliardi di dollari, ottenuto principalmente attraverso il taglio di interessi. L'Argentina ottiene inoltre una moratoria sulle rate dei pagamenti che, secondo quanto affermato dal ministro dell'Economia, Martin Guzman, eviterà allo stato argentino esborsi per 42,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
Il documento presentato alla Sec (Security and Exchange Commission) della Borsa valori statunitense fissa al 28 agosto la scadenza dei termini di accettazione della proposta di ristrutturazione e al 4 settembre la chiusura definitiva delle operazioni di scambio.
Uno dei punti principali dell’intesa è la moratoria ottenuta per i primi quattro anni. "Avremo un orizzonte libero da pagamenti nel breve termine, con solo 4,5 miliardi di scadenze tra il 2020 ed il 2024", ha affermato Guzman esprimendo poi cautela circa gli effetti immediati dell'accordo.
Commentando il raggiungimento dell'accordo, il presidente Fernandez ha dichiarato che il governo argentino "ha risolto un negoziato impossibile nel mezzo della peggior crisi economica che si ricordi e nel mezzo di una pandemia". "Ci dicevano che eravamo diretti verso il fallimento e risulta che abbiamo chiuso un accordo che permette all'Argentina un risparmio di 33 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni", ha aggiunto il capo di Stato. Fernandez ha quindi elogiato l'operato del ministro dell'Economia. “È stato decisivo, gli è stato dato un compito e ha elaborato una strategia corretta che ci permette di rispettare l'obiettivo della sostenibilità”. Fernandez ha dichiarato che “gli imprenditori argentini si trovano adesso in uno scenario migliore per pianificare i loro affari”, e ha rivolto un appello a “costruire un capitalismo con maggiore impegno sociale”.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia