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(ASI) A poche ore dagli scontri tra popolazione serba e contingenti della KFOR (le truppe Nato) che avevano causato una ventina di feriti, nuove barricate si ergono sul suolo kosovaro a tal punto da attirare le attenzioni internazionali e far tornare in voga il termine polveriera balcanica.
Agenti albanofoni, coadiuvati da truppe KFOR, sono intervenuti a Jarinje e Brnjak per rimuovere i blocchi adibiti dai serbi nelle strade. La popolazione serba ha reagito violentemente a quella che considera una provocazione nei loro confronti, dicendosi determinata a resistere ad ogni tipo di imposizione. Secondo i serbi, l’invio da Pristina di guardie di frontiera albanofone è una provocazione, volta a isolare la minoranza locale dalla madrepatria serba.
Da parte del governo kosovaro non sembra esserci la minima intenzione a rasserenare gli animi, data la secca risposta giunta da Pristina da parte del capo del governo locale, Hashim Thaqi: "Continueremo a rimuovere le barricate e qualunque ostacolo che possa bloccare l’espansione dell’autorità del governo". Parole che fungono da detonatore nei confronti di un'atmosfera già pericolosamente accesa, tanto che si sono registrati una serie di agguati nei quali sono rimasti feriti tre uomini d'origine albanese.
Intanto, L'Ue ha deciso di annullare l'incontro annunciato nei giorni scorsi per riaprire i negoziati tra Belgrado e autorità kosovare.
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