(ASI) L’Argentina rinegozierà i 68 miliardi di dollari di debito estero. Il presidente argentino Alberto Fernandez ha infatti firmato il decreto che autorizza il governo ad operare in tal senso. Il testo non fa però menzione dei 44 miliardi di dollari elargiti dal Fondo monetario internazionale (Fmi) nel quadro dell’accordo di assistenza Stand By firmato dal governo dell’ex presidente Mauricio Macri nel giugno del 2018.
Con questa operazione, ha spiegato il capo di Stato, si punta a far sì che “il debito sia sostenibile e che l’Argentina rispetti i suoi obblighi ma non "sulla pelle della gente”.
Nello specifico il documento stilato dalla presidenza premette che per risolvere “l’attuale situazione di inconsistenza macroeconomica del paese risulta fondamentale mettere in atto politiche sul debito con l'obiettivo di ripristinare la sua sostenibilità”. Per fare questo la norma stabilisce un universo di importi nominali sui quali si riserva margini di azione in materia di amministrazione di passivi e di ristrutturazione.
Per ottenere la ristrutturazione del debito Buenos Aires si rimette comunque alla giurisdizione dei tribunali statali e federali di New York, Londra e Tokyo e nei casi trattati in questi tribunali Buenos Aires rinuncerà inoltre ad applicare la “clausola di immunità sovrana”.
Sempre in materia di negoziati sul debito la settimana scorsa il governo argentino aveva designato l’agenzia di consulting finanziaria Morrow Sodali come “canale di contatto” nel processo di ristrutturazione che sta portando avanti con i creditori privati. In una nota ufficiale del ministero dell'Economia si sollecitano i possessori di titoli del debito pubblico argentino a comunicare all'agenzia la loro identità e stabilire in questo modo un canale di contatto per avviare il negoziato.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia