(ASI) Martedì scorso, più di 20 Paesi hanno concordato una serie di standard di valutazione basati sull'utilizzo dei dati nel quadro dell'integrazione tra l'iniziativa Belt and Road, lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013 per ricostruire in chiave moderna le direttrici terrestri e marittime dell'antica Via della Seta, che ad oggi coinvolge direttamente almeno 71 Paesi nel mondo, e l'Agenda 2030, presentata ormai quattro anni fa dalle Nazioni Unite per definire i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e i 169 target ad essi correlati.
L'occasione per ribadire l'importanza della convergenza tra il megaprogetto logistico-infrastrutturale di Pechino e i propositi dell'ONU sul tema della trasformazione del modello di sviluppo nel futuro prossimo è stata la 4a Conferenza sulla Belt and Road Digitale, organizzata a Shenzhen dal team del Programma Belt and Road Digitale (DBAR), guidato da Guo Huadong, presso l'Accademia Cinese delle Scienze.
Questa quarta edizione ha visto la partecipazione di oltre 200 ospiti tra funzionari, studiosi ed esperti provenienti da 29 Paesi nel mondo, giunti a Shenzhen per condividere idee e opinioni in materia di sviluppo sostenibile e presentare le ultime novità introdotte dal DBAR. Dal 2016, come riporta ChinaDaily, questo programma ha creato una rete di cooperazione composta da oltre 50 tra Paesi (sia sviluppati che in via di sviluppo) ed organizzazioni internazionali che condividono dati, tecnologie e piani avanzati.
Durante il forum di quest'anno, a siglare un memorandum d'intesa per aderire al programma DBAR è stata l'Armenia, rappresentata a Shenzhen da Artak Piloyan, direttore del Dipartimento di Geodesia e Cartografia presso la Commissione Catastale della giovane repubblica caucasica. Piloyan ha affermato che l'obiettivo della partecipazione di Erevan al progetto è cercare di «migliorare la gestione del territorio nazionale e la capacità di supervisione dell'ambiente».
La metropoli meridionale, tra i centri più importanti della Provincia del Guangdong, è da anni città-guida nello sviluppo hi-tech del Paese. È qui che infatti hanno sede giganti dell'innovazione come Huawei, ZTE, Tencent o DJI. Telecomunicazioni, big data, veicoli a controllo remoto o a guida autonoma sono soltanto alcuni dei campi in cui la città, da decenni traino degli orientamenti più avanzati dell'industria nazionale, si sta ormai da tempo specializzando, guadagnandosi l'appellativo di Silicon Valley cinese.
Obiettivo del programma DBAR è proprio coniugare la ricerca in ambito digitale e il raggiungimento di nuovi standard di sostenibilità. Quello ecologico è uno dei temi principali del decennio di Xi Jinping, inserito tra le «tre dure battaglie» che, secondo il Politburo del PCC, il governo deve continuare a condurre contro l'indigenza, i rischi finanziari e l'inquinamento.
Le tre battaglie di Pechino sembrano così in piena sintonia con almeno 13 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030: sconfiggere la povertà (1) e la fame (2), migliorare salute e benessere (3), garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari di livello (6) nonché energia pulita ed accessibile (7), favorire lavoro dignitoso e crescita economica (8), sostenere lo sviluppo di imprese, innovazione e infrastrutture (9), ridurre le disuguaglianze (10), promuovere la creazione di città e comunità sostenibili (11), guidare la transizione verso modelli di consumo e produzione responsabili (12), contrastare il cambiamento climatico (13), tutelare l'ecosistema marittimo (14) e quello terrestre (15).
In questo senso, il Programma Belt and Road Digitale, come omaggio durante lo svolgimento del Forum, ha devoluto al Mozambico la serie di dati di una mappatura dei terreni agricoli ad alta risoluzione. Si tratta di uno strumento utile a monitorare calamità naturali quali la siccità, vero tarlo del Continente africano, e a sostenere lo sviluppo agricolo del Paese.
A ribadire l'importanza dell'applicazione dei big data nel settore agroalimentare è stato Shukri Farah Ahmed, vicedirettore del programma strategico presso la FAO: «Nel settore agricolo, per i governi, sta diventando molto difficile e costoso ogni anno di più raccogliere i dati in alcuni Paesi, che così scelgono di non investire in questo ambito. E questa tendenza ci ha portato ad una politica disinformata».
Oggigiorno ridurre l'inquinamento va dunque nella direzione diametralmente opposta rispetto a pericolosi piani di decrescita felice o improponibili propositi neoluddisti. Al contrario, l'innovazione tecnologica e l'Industria 4.0 - un concetto fondamentale sebbene ancora "nebuloso" ad otto anni dal suo lancio ufficiale alla Fiera di Hannover del 2011 - mettono in campo nuove opportunità per trasformare i modelli di produzione e consumo, rendendoli più efficienti, convenienti e, appunto, sostenibili.
Guo Huadong ha sottolineato che «i Paesi coinvolti nell'iniziativa Belt and Road stanno mostrando crescente interesse per gli Obiettivi dell'Agenda 2030, così la tecnologia e le soluzioni globali della Cina in questo settore possono aiutare la regione a raggiungere lo sviluppo sostenibile insieme».
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia