(ASI) Nella giornata di domenica, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese e il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) hanno pubblicato un rapporto relativo alla pianificazione dello sviluppo futuro di Shenzhen, dove si afferma - stando a quanto riporta Xinhua - che la città diventerà «un'area-pilota dimostrativa del socialismo con caratteristiche cinesi».
Quello che fino alla metà degli anni Settanta era ancora un piccolo villaggio dedito alla pesca e al commercio nel Sud della Cina, oggi, con più di 12 milioni di abitanti, un PIL in crescita del 7,6% nel 2018 sino a toccare quota 2.420 miliardi di yuan (circa 346 miliardi di dollari: poco meno della Danimarca e più del Portogallo), un'area urbana composta da 9 distretti (Futian, Luohu, Nanshan, Yantian, Bao'an, Longgang, Pingshan, Longhua e Guangming), 1 nuovo distretto (Dapeng, creato nel 2011 e sottoposto alla giurisdizione amministrativa di Longgang) e 74 sottodistretti, è una delle città più importanti della Provincia del Guangdong, assieme a Guangzhou, Shantou, Dongguan, Jiangmen e Zhuhai, e del Paese in generale.
Centro strategico della Regione Economica del Delta del Fiume di Perle e della Bay Area Estesa Guangdong-Hong Kong-Macao, Shenzhen è stata la prima area urbana del Paese ad aderire al sistema delle zone economiche speciali, inaugurato nel maggio del 1980 secondo le direttive impartite dalla politica di riforma e apertura, lanciata da Deng Xiaoping alla fine del decennio precedente. Shenzhen, sede della seconda borsa della Cina continentale dopo quella di Shanghai, si è ormai da tempo affermata quale capitale cinese dell'innovazione tecnologica. Si trovano qui, infatti, i quartier generali di alcuni big del settore come Huawei e ZTE.
Stando alle intenzioni della leadership cinese, «entro il 2025, Shenzhen diventerà una delle città-guida a livello mondiale in termini di forza economica e qualità dello sviluppo». Non solo: «Il suo apporto alla ricerca e allo sviluppo, la sua capacità di innovazione industriale, la qualità dei suoi servizi pubblici e del suo ambiente naturale - prosegue il rapporto - saranno di primo livello nel mondo».
Entro il 2035, poi, Shenzhen rappresenterà «un modello nazionale per lo sviluppo di alta qualità», nonché «un hub di innovazione, imprenditorialità e creatività» capace di recitare un ruolo molto influente a livello internazionale. A quel punto, la città del Guangdong sarà pronta ad intraprendere un nuovo percorso di avanzamento che la porterà, intorno alla metà del secolo, ad attestarsi quale «cosmopoli mondiale» e «battistrada globale» in virtù di una «straordinaria competitività», della «capacità di innovazione» e di un'estesa «influenza».
La tabella di marcia ricorda molto da vicino lo schema temporale adottato dal governo nel quadro del programma Made in China 2025, pensato per lo sviluppo entro i prossimi sei anni di una nuova manifattura ad alto valore aggiunto, e dal presidente Xi Jinping nell'ambito della teoria della cosiddetta 'Nuova Era', in base a cui l'intero Paese, lungo il periodo compreso tra i Due Centenari (2021: cento anni dalla fondazione del Partito Comunista Cinese; 2049: cento anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese) dovrà raggiungere alcuni obiettivi-quadro: dapprima entro il 2035, per poi procedere sino al 2050, quando la Cina sarà chiamata ad affermarsi definitivamente come «un grande moderno Paese socialista, che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e meraviglioso».
La corrispondenza con le tappe di sviluppo pianificate per l'intero Stato lascia intendere il ruolo trainante di Shenzhen a livello nazionale, che andrà così a controbilanciare la forza attrattiva di Xiongan, una nuova area urbana in costruzione nel Nord del Paese, posizionata all'interno della Regione Metropolitana Pechino-Tianjin-Hebei (Jingjinji). Anche in questo caso, l'innovazione e la sostenibilità sono stati i due criteri principali seguiti in fase di progettazione urbanistica, con l'obiettivo prioritario di decongestionare le città più grandi dall'elevata mole di traffico e liberare la capitale dai tanti servizi ritenuti non-strategici, che ne affollano le strade ogni giorno.
A questo proposito, Shenzhen, dopo otto anni di lavoro sui sistemi di mobilità, nel 2017 è diventata la prima città al mondo a dotarsi di un'intera flotta di soli autobus elettrici: ben 16.359 mezzi a bassissimo impatto ambientale, che ogni giorno circolano per le strade della metropoli garantendo una costante riduzione dei livelli di inquinamento urbano.
Anche in tale aspetto, Shenzhen si conferma apripista di un trend nazionale - quello ecosostenibile - che vede la Cina al primo posto mondiale, con ampio distacco, per dotazione di autobus elettrici. Secondo i dati di uno studio Bloomberg, al marzo 2018 nell'intero pianeta erano in servizio circa 385.000 mezzi di questo tipo, ed il 99% di loro si trovava proprio nel Paese asiatico, dove produttori come BYD, Yutong e Zhongtong stanno sviluppando da anni veicoli all'avanguardia in questo settore, compreso un avveniristico modello di minibus a guida automatica (Xiaoyu) capace di sfruttare la tecnologia 5G, testato lo scorso giugno a Zhengzhou, nella Provincia dello Henan.
Nella Shenzhen del futuro, la capacità di innovazione sarà un fattore centrale non solo per lo sviluppo urbano ma anche per attrarre e coltivare eccellenze dalla Cina e dal resto del mondo. Secondo il rapporto presentato domenica, infatti, «ai talenti internazionali che hanno permesso di residenza permanente in Cina sarà consentito di avviare aziende sci-tech e di agire quale rappresentanti legali degli istituti per la ricerca scientifica a Shenzhen». Particolare attenzione, in questo senso, sarà riservata alla promozione dello sviluppo delle «industrie emergenti con un'importanza strategica».
Tra i settori innovativi coinvolti, il rapporto del Consiglio di Stato e del Comitato Centrale del PCC include l'economia intelligente, l'assistenza sanitaria, la ricerca sulle valute digitali e i servizi di pagamento mobile, già molto utilizzati in Cina attraverso piattaforme come Alipay o WeChat Pay. Nella città costiera ci sarà spazio anche per un'università marittima ed un centro nazionale di ricerca d'alto mare, oltre alla possibilità - ancora in fase di studio - di istituire una banca per lo sviluppo marittimo.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia