(ASI) Approfondimento A.S.I. sulle principali situazioni geopolitiche provenienti dalle aree mondiali di crisi.
+++ Venezuela: arrestato Zambrano. Usa: “Liberate subito il vice di Guaidò, o conseguenze” +++
Il primo vicepresidente del parlamento, Edgar Zambrano, è stato fermato oggi a Caracas. Le autorità del paese sudamericano lo avrebbero, secondo l’autoproclamato presidente Jhuan Guaidò (appoggiato soprattutto dagli Usa, ma criticato duramente da Russia e Cina), “prelevato con una gru” mentre era a bordo della propria automobile. L’esponente politico è stato portato così nella sede dei servizi segreti guidati dal Capo dello stato Nicolas Maduro. L’antagonista di quest’ultimo, giovane leader dell’opposizione, è tornato ad accusare l’attuale governo. “L’usurpazione – ha scritto su Twitter il trentacinquenne – pretende di colpire l’unica istituzione democratica legittimata dal voto popolare”, specificando inoltre di aver informato gli alleati internazionali “dell’intenzione di chiudere il Parlamento con l’arresto di massa dei deputati”. Gli Stati Uniti hanno chiesto la liberazione immediata della persona sequestrata nelle ultime ore minacciando, in caso contrario, gravi conseguenze. Washington non ha escluso, più volte, l’approvazione di nuove sanzioni economiche nei confronti dell’esecutivo venezuelano e di Cuba suo partner principale. Vi è, tra le opzioni valutate dalla Casa Bianca, anche quella di un intervento militare in loco, nonostante la ferma contrarierà di Mosca e Pechino, capitali alleate di Caracas.
+++ Iran – Usa: alta tensione. Media Washington: “Teheran ha autorizzato attacchi contro truppe Pentagono in M.O” +++
Ore di altissima tensione nel Golfo. L’Iran ha sospeso una parte dei punti presenti all’interno dell’accordo sul nucleare approvato, con alcuni paesi della comunità internazionale, nel 2015. La scelta di Teheran rappresenta la risposta al ritiro degli Usa dall’intesa. Il presidente del paese mediorientale, Hassan Rohani, ha lanciato un ultimatum di 60 giorni, ai restanti firmatari del documento (Francia, Gran Bretagna, Cina, Russia e Germania) per varare azioni volte a tutelare il settore petrolifero e quello bancario, della Repubblica Islamica, dalle sanzioni statunitensi. Il numero uno di Washington, Donald Trump, ha annunciato nelle ultime ore nuovi provvedimenti restrittivi volti a indebolire l’industria dell’acciaio e di altri metalli. La Casa Bianca punta esplicitamente a creare difficoltà all’economia del territorio sciita, dicendosi pronta ad autorizzare altre azioni simili “a meno che – si legge in una nota – non cambi sostanzialmente la sua condotta”. La portaerei del Pentagono, Abramo Licoln, ha attraversato intanto lo stretto di Suez e si sta dirigendo nell’area di crisi per scoraggiare l’Iran da possibili azioni ostili contro le truppe americane presenti nella regione. Possibili attacchi, secondo i servizi segreti Usa citati dal canale televisivo NBC, sarebbero stati autorizzati. Secondo quanto si è appreso, missili e lanciatori mobili sarebbero già stati collocati su piccole imbarcazioni iraniane. Le scelte compiute dal tycoon, nonostante abbiano aggravato la situazione complessiva dell’area, vengono viste positivamente da Israele, che beneficia dell’appoggio diplomatico e militare d’oltreoceano, ma con profonda preoccupazione da Russia e Cina, alleate da sempre dei Pasdaran.
Nord Corea torna a sfidare il mondo: Pyongyang lancia due missili a corto raggio?
La Corea del Nord torna a preoccupare il mondo. L’esercito di Pyongyang avrebbe lanciato, nelle ultime ore, due missili a corto raggio. E’ l’ipotesi, ritenuta maggiormente plausibile, delle autorità di Seoul che avevano denunciato, in un primo momento, spari di “molteplici proiettili non meglio identificati”. Secondo i dettagli forniti dal Comando di Stato maggiore congiunto, un vettore avrebbe coperto la distanza di 420 chilometri e l'altro di circa 270. I paesi della regione stanno valutando se l’azione compiuta rappresenta un’ulteriore violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Cina – Usa: ultime ore di trattative per evitare nuova guerra commerciale
Rimane alto il rischio di una guerra economica tra gli Stati Uniti e la Cina. Il vicepremier di quest’ultima "sta volando" nel paese d’oltreoceano per continuare le trattative, ma Pechino ha "rotto l'accordo" e "pagherà". Lo ha dichiarato, nelle ultime ore dalla Florida, il numero uno della Casa Bianca Donald Trump. Il portavoce del ministero del Commercio del gigante asiatico, Gao Feng, ha detto di essere pronto per una possibile guerra commerciale con gli Usa, aggiungendo tuttavia che desidera risolvere i problemi “con il dialogo invece delle azioni unilaterali”. Le trattative tra le due superpotenze, che riprenderanno nelle prossime ore, sono volte a scongiurare l’introduzione di nuovi dazi di Washington, nei confronti della controparte, dalla mezzanotte di venerdì prossimo.
A cura di Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia .
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