(ASI) I brasiliani si sono ritrovati ieri in piazza per contestare il presidente Jair Bolsonaro e la sua decisione di festeggiare l’anniversario della dittatura militare inizia il 31 marzo 1964 per commemorare i 55 anni da quell’evento.
Numerose organizzazioni sono scese in piazza per contestare il ricordo di un regime atlantico durato fino al 1985 ed iniziato con il colpo di stato ai danni di João Goulart.
Con lo slogan “Dittatura mai più”, le principali manifestazioni si sono svolte a Rio de Janeiro, San Paolo e Brasilia, la capitale del paese mentre Jair Bolsonaro ha chiesto di commemorare nelle caserme militari la ricorrenza.
La dittatura ha lasciato centinaia di morti e di politici scomparsi oltre a migliaia torturati, secondo le statistiche del Ministero dei Diritti Umani, che sottolinea che la cifra sarebbe ancora più alta ma a causa della mancanza di documenti di quegli anni il dato non può che essere approssimativo.
Alla richiesta di Bolsonaro di commemorare l’anniversario gran parte della popolazione ha espresso la propria contrarietà ma il primo mandatario è andato avanti per la propria strada sostenendo che il suo intento non era quello di “commemorare ma ricordare”.
Venerdì 29 marzo, l’Ordine degli avvocati del Brasile (OAB) e l’Istituto Herzog Vladimir hanno denunciato Bolsonaro alle Nazioni Unite (ONU), attraverso un documento in cui hanno accusato di “non tener conto delle atrocità ferendo i diritti umani”. Sempre in quelle ore un giudice brasiliano aveva bandito le rivendicazioni per i 55 anni del colpo di stato, perché non “compatibile con il processo di ricostruzione democratica”, anche se il giorno dopo una corte d’appello aveva annullato la sentenza.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia