(ASI) La situazione in Venezuela pare essere sempre più vicina a quella siriana: emergenza umanitaria in loco, consiglio di sicurezza dell’Onu paralizzato a causa del diritto di veto dei 5 membri permanenti e divergenze quindi apparentemente inconciliabili, tra potenze regionali e internazionali, in merito al sostegno delle parti in conflitto.
Centinaia di persone stanno attuando saccheggi, da ore in molte città della nazione sudamericana, a causa dell’assenza di acqua ed elettricità in tutto il paese. I media locali hanno riportato che sono stati assaltati, dalla popolazione, diversi negozi di beni di prima necessità e farmacie. Il parlamento ha approvato, intanto nelle ultime ore, la dichiarazione di allerta nazionale. L’autoproclamato presidente, appoggiato da Washington e da altre 50 nazioni Jhuan Guaidò, ha organizzato grandi manifestazioni per oggi e potrebbe chiedere, secondo quanto scritto dal sito internet della tv Usa Cnn, un intervento militare della Casa Bianca nei confronti del capo dello stato Nicolas Maduro, protetto da Russia e Cina. La Bolivia ha denunciato, nel frattempo, che è in corso un pesante e illegale attacco informatico, da parte del pentagono, contro le infrastrutture gestite dal governo di Caracas. Il numero uno di quest’ultimo, eletto alle urne, ha attribuito la paternità di quanto sta accadendo ad un’azione offensiva hacker illegittima, orchestrata da Donald Trump, volta ad esautorarlo. Non è possibile escludere dunque l’inizio di una gravissima crisi locale, regionale e soprattutto mondiale, a causa di nuove tensioni tra Washington e l’asse Mosca – Pechino.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia