(ASI) Secondo i vertici della difesa russa la nuova strategia di difesa missilistica statunitense provocherà una nuova corsa agli armamenti minando la stabilità globale.
La dichiarazione moscovita è arrivata dopo che nei giorni scorsi la stampa specializzata statunitense ha pubblicato la nuova politica missilistica made in Usa che prevede una nuova serie di sensori spaziali e altri sistemi high-tech per rilevare e abbattere più rapidamente i missili in arrivo. Una strategia ufficialmente ideata per contrastare lo sviluppo militare di Russia e Cina e le potenziali minacce provenienti dalla Corea del Nord e dall’Iran.
Secondo il ministero degli Esteri russo la nuova strategia americana dimostra “il desiderio di Washington di assicurarsi un dominio militare incontrastato nel mondo” e che l’espansione del sistema difensivo del Pentagono provocherà “inevitabilmente una corsa agli armamenti nello spazio con conseguenze negative per la sicurezza e la stabilità internazionale”.
Il presidente Usa Donald Trump nel corso di un discorso al Pentagono, ha dichiarato che lo spazio è il nuovo dominio bellico e ha promesso che gli Stati Uniti svilupperanno un sistema di difesa missilistica senza rivali per proteggersi da minacce ipersoniche.
Il ministero degli Esteri russo ha descritto la revisione del Pentagono come un tentativo di riprodurre i piani di difesa missilistica del presidente Ronald Reagan "Star Wars" su un nuovo livello tecnologico e ha esortato l'amministrazione Trump a "rinsavire" e ad avviare colloqui sul controllo delle armi con la Russia.
Gli Stati Uniti accusano Mosca di testare e dispiegare un missile che ha violato le disposizioni del Trattato INF che proibisce la produzione, il collaudo e l'impiego di missili balistici e da crociera terrestri con una gittata da 500 a 5.500 chilometri; Washington ha aggiunto che sospenderà i suoi obblighi del trattato se il russo non entrerà in conformità entro il 2 febbraio.
La Russia con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov non ha negato il lancio del missile, precisando però che questo è avvenuto nel raggio consentito dal Trattato, sottolineando: “Se gli Usa pensano che la portata sia eccessiva, devono avere immagini satellitari o qualcos'altro, ma non ci hanno mostrato niente”.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia