(ASI) La crisi siriana è ancora al centro dell’attenzione internazionale. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a porte chiuse, nelle scorse ore al palazzo di vetro di New York, per fare il punto sulla grave situazione nel paese mediorientale.
La Russia, alleata di Damasco, ha chiesto agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e alla Francia, che sostengono gli oppositori del presidente Bashar al – Assad, di allontanare i Caschi Bianchi, dalla città di Idlib, in quanto rappresentano “una minaccia”. Non sarebbero infatti, secondo il Cremlino, operatori umanitari poiché aiuterebbero i gruppi di terroristi presenti nella zona. Tutti gli attori che si fronteggiano su quel territorio, martoriato dalle attività belliche iniziate nel 2011 e che hanno causato più di mezzo milione di morti, cercano di evitare gravi incidenti tra le grandi potenze regionali e mondiali. I diplomatici di Vladimir Putin continuano a provare, almeno a parole, a gettare acqua sul fuoco. Il dipartimento nordamericano del ministero degli Esteri dello zar, Georgy Borisenko, ha detto oggi infatti di essere sicuro che continuerà a funzionare il meccanismo di prevenzione di azioni offensive nei confronti dell’esercito americano, pur evidenziando che “nessuno può mai essere sicuro contro qualsiasi tipo di inconveniente”. I pericoli inerenti ad un eventuale scoppio di un conflitto internazionale non sono del tutto scongiurati. La situazione sarà affrontata, per l’ennesima volta, dai leader di Washington e Mosca che potrebbero incontrarsi a Parigi, molto probabilmente, il prossimo 11 novembre. Entrambi dovrebbero partecipare infatti all’evento per commemorare il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia