(ASI) Siria - La mattina del 21 settembre la delegazione israeliana era già a Mosca. Appena quattro giorni dopo l'abbattimento dell'aereo russo in Siria, un Ilyushin con a bordo uomini del servizio segreto militare, il capo dell'aeronautica di Tel Aviv Amikam Norkin è pronto a far chiarezza.
Sergei Shoygu, ministro della difesa al Cremlino, aveva definito il missile che ha colpito il jet una «provocazione deliberata», annunciando lo scoppio di una crisi.
Nel corso di un bombardamento Israeliano nei confronti di basi siriane rifornite da mezzi iraniani, al momento dell'incidente si è attivato prontamente il canale di emergenza aperto nel 2015 da Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu. Il rapporto fra russi e israeliani è descritto dagli stessi come professionale e trasparente, nonostante in questa occasione non abbia funzionato nella comunicazione preventiva delle azioni militari sui cieli di Latakia, sede della principale base russa nell'area.
Le parole di Putin, che aveva definito l'abbattimento dell'Ilyushin un «tragico incidente», sono state seguite da un rapporto dettagliato israeliano, ha riportato l'agenzia di stampa russa Interfax, che descrive il sistema di difesa missilistica di Damasco e le dinamiche dell'incidente. Amikam Norkin ha ribadito la necessità di contrastare i tentativi di Teheran di instaurare una forte presenza militare iraniana in Siria, soprattutto con rifornimenti mirati agli Hezbollah libanesi. Per il Cremlino si è presentata invece l'opportunità di rafforzare le misure di sicurezza e quindi la presenza dei suoi soldati nel Paese.
Al telefono con Putin, Netanyahu ha attribuito tutte le responsabilità all'esercito siriano, chiedendo di rafforzare il coordinamento fra Tel Aviv e Mosca sulle operazioni in Siria.
In particolare, quella che sembra essere venuta meno nel caso del jet sarebbe l'intesa che obbliga Israele ad annunciare ogni singolo raid a Mosca con diversi minuti di anticipo, tutelando forze armate russe e il governo di Assad. Ad agevolare le comunicazioni intervengono solitamente anche ufficiali di Tsahal, che parlando russo sono agevolati nel prevenire malintesi.
Forse proprio per questo alcuni esperti militari, dietro l'incidente del jet provocato dallo scontro fra bombardamenti israeliani e contraerea siriana, hanno visto la mano di Americani e Francesi. Una rappresaglia nei confronti di un'alleanza, quella fra Mosca e Teheran, a Damasco sempre più forte e principale garanzia per la sopravvivenza del regime siriano.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia