(ASI) "Riteniamo indispensabile che nel prossimo ciclo finanziario si riduca il nostro saldo netto nazionale, che ci vede oggi contributori netti al bilancio per circa 5 miliardi di Euro annui.
L'Italia non accetterà quindi trattamenti discriminatori, che privilegiano solo alcuni Paesi”. E' quanto affermato dal Ministro Franco Frattini, in una nota diffusa dal Ministero degli Esteri, all'indomani della presentazione delle proposte della Commissione europea per il bilancio 2014-2020. L'Italia – ha sottolineato Frattini nella nota pubblicata dalla Farnesina – “sostiene un bilancio UE all'altezza delle ambizioni dell'Unione, che rafforzi l'Europa, mantenga dotazioni adeguate per la coesione e la politica agricola e valorizzi quei settori che sono essenziali per la crescita e la competitività - come la ricerca, le reti di trasporto ed energetiche e la formazione - e per la nostra sicurezza interna, in primis l'immigrazione”. Frattini ha aggiunto che “allo stesso tempo il bilancio dell'Unione deve tener conto della contingenza economica e degli stringenti vincoli di bilancio che pesano sui Paesi membri. Sarà perciò indispensabile perseguire come obiettivo generale la maggiore efficacia possibile nell'allocazione e nell'utilizzo delle risorse".
Secondo lo schema di bilancio proposto dalla Commissione, Bruxelles mette sul piatto 1.025 miliardi di euro in impegni, pari all'1,05% del Pil Ue, e 972 miliardi in pagamenti. Le nuove priorità, per Bruxelles, sono le infrastrutture transfrontaliere nei settori dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni che vedranno un aumento del budget del 287%, per passare dai 12,9 miliardi del 2007-2013 a 50 miliardi del 2014-2020. In netta crescita il sostegno di Bruxelles alla ricerca, che potrà contare su 80 miliardi rispetto ai 54,9 dei sette anni precedenti (+46%), bene anche l'istruzione e la cultura, che passerà da 9,1 miliardi a 15,2 miliardi di euro (+68%), e l'impegno per la sicurezza e la protezione delle frontiere esterne, che salirà a 18,5 miliardi dagli attuali 11,5 (+62%). Le spese per l'amministrazione invece sono previste in calo, con una riduzione dal 4 al 3%. La politica agricola comune, che pesa ancora per circa un 40% sul bilancio dell'Ue, potrà contare su un ammontare pari a 386,9 miliardi, mentre alla politica di coesione, che sostiene le regioni in ritardo di sviluppo, andranno 376 miliardi di euro che dovranno essere spesi tenendo conto di precise condizioni.