(ASI) Teheran- La data di scadenza dell'accordo sul nucleare iraniano si avvicina, eppure è ormai difficile che le parti possano trovare un compromesso entro il 12 maggio. Da una parte il presidente Hassan Rohani, dall'altra Donald Trump.
Gli Stati Uniti, come preannunciato dallo stesso presidente, sono pronti a defilarsi e a rifiutare ogni negoziato che salverebbe il patto. L'accordo siglato nel 2015, quando alla Casa Bianca c'era ancora Barack Obama, prevedeva che l'Iran limitasse l'arricchimento dell'uranio, e il programma sull'energia nucleare, in cambio della rimozione di tutte le sanzioni nucleari inflitte a Teheran.
Ne fanno parte anche China, Russia, Germania, Regno Unito e Francia. Proprio i paesi europei che ne fanno parte stanno provando a convincere Trump di fare un passo indietro. Il ministro degli esteri inglese Boris Johnson sarà a Washington domenica 6 maggio per parlare con l'entourage del presidente americano. «L'accordo sul nucleare è l'unico modo per dare la stabilità della regione», hanno detto i ministri europei.
Da Teheran, Rohani ha risposto molto duramente alle intenzioni della Casa Bianca. «Siamo pronti a reagire e a prendere le giuste contromisure», ha detto il presidente iraniano definendo la scelta di Trump una follia. «L'accordo per noi non è negoziabile, in quanto il nostro programma nucleare è completamente pacifico».
Alla vigilia della scadenza, è stato il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ad accendere ancora di più gli animi con una dimostrazione che voleva provare l'esistenza di documenti segreti a Teheran. Questi, secondo i servizi di intelligence israeliani, conterrebbero le informazioni relative a un altro programma nucleare, meno pacifico e sconosciuto agli occhi del mondo.
Dalla sua, Trump ha ripetuto che molti dei fondi americani, investiti nel progetto dell'accordo, sono stati usati dall'Iran per finanziare il terrorismo internazionale e l'acquisto di armi per i gruppi jihadisti che vogliono destabilizzare paesi in difficoltà come la Siria. Il presidente americano ha parlato di 100 miliardi, una cifra che ha suscitato molto stupore in Iran, tanto da definire Trump «un politico fuori di testa, che non si rende conto delle conseguenze che avranno le sue scelte».
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia