(ASI) La televisione statale della Siria ha comunicato, ieri sera, l’entrata in azione della contraerea dell’esercito di Damasco.
La fonte ha precisato che quest’ultima ha abbattuto alcuni missili, lanciati nello spazio aereo, alla periferia di Shayrat. Al – Masdar, quotidiano vicino alla milizia filo iraniana Hezbollah, ha divulgato la notizia, poco dopo, secondo cui il regime di Bashar al - Assad avrebbe neutralizzato i vettori indirizzati sull’aeroporto della capitale siriana da parte di jet sconosciuti entrati dal Libano. Il maggiore sospetto è ricaduto su quelli con la Stella di Davide, ma Israele ha negato, insieme al Pentagono, il coinvolgimento nell’azione. Le tensioni tra lo Stato ebraico e i suoi vicini sono aumentate dopo la conferma, di un funzionario del governo di Benjamin Netanyahu in un’intervista al New York Times, della paternità del raid che ha ucciso, nella parte orientale di Homs nella notte tra l’8 e il 9 aprile, sette militari di Teheran e il colonnello Mehdi Dehghan. Il militare comandava l’unità dei droni dalla quale si ritiene che sia partito il congegno intercettato, a febbraio, nello spazio aereo israeliano. La diplomazia sta cercando di trovare una soluzione alla crisi in corso. Telefonata oggi tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il suo omologo russo, Vladimir Putin. Entrambi i leader hanno ribadito l’importanza di ravviare il processo di pace “nei formati di Ginevra e di Astana” e un’indagine imparziale dell’Organizzazione per la proibizione per le armi chimiche (Opac). Il ministro degli Esteri francese, Le Drian, ha detto però che è “altamente probabile” che le prove di quanto è successo a Douma possano scomparire, visto che Mosca ha fatto sapere che gli esperti raggiungeranno il luogo solo domani. Parigi ha invitato quindi il regime a collaborare, consentendo l’accesso “completo, immediato e incondizionato” degli ispettori a tutti i siti. Gli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, hanno ribadito la volontà di abbandonare la Siria e stanno cercando di convincere, a tale scopo, i paesi arabi a rimpiazzare il proprio contingente.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia