(ASI) Dopo le elezioni presidenziali del 20 maggio il Venezuela dovrà necessariamente arrivare ad un "grande accordo nazionale" su cui basare la ricostruzione del paese.
Lo sostiene l'ex premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero già mediatore internazionale nell'ultimo tentativo di dialogo - sospeso "a tempo indeterminato" - tra governo di Nicolas Maduro e opposizioni.
Parlando ad un emittente televisiva del paese indiolatino, il politico spagnolo ha sottolineato la necessità di rinnovare e riformare "la situazione politica economia e sociale venezuelana", nella conapevolezza che per arrivare a ad una simile intesa saranno necessari grandi sforzi tra le parti.
L'ex presidente ha anche ricostruito il processo di dialogo che ha accompagnato per settimane a Santo Domingo. "Sono arrivato alla convinzione che l'accordo era praticamente fatto", che al netto di alcuni punti da definire, esisteva la volontà di fondo e si trattava "di un accordo buono". Le "maggiori difficoltà", ha detto Zapatero, sono state messe dal leader di Prima la giustizia (Pj), Julio Borges. "Avrà avuto le sue ragioni, e ha il mio rispetto. Ma sa che eravamo arrivati quasi fino in fondo, che stavamo praticamente arrivando alla cima". Alla fine, nonostante l'accordo non si sia trovato le elezioni si faranno: "senza una parte delle opposizioni, che non è d'accordo. Ma le elezioni si faranno, ci sarà un processo elettorale e questo è importante".
Alle elezioni previste fra poche settimane prenderanno parte 5 diversi candidati; a sfidare il presidente uscente Nicolas Maduro ci saranno Henry Falcon, appoggiato dal partito Avanzata progressista (Ap), di cui è esponente di punta, dal Comitato di organizzazione politica elettorale indipendente (Copei) e dal Movimento al socialismo (Mas), uno dei partiti più vecchi del paese. Ex governatore dello stato di Lara, Falcon è ad oggi il nome più conosciuto nel lotto degli oppositori reso scarno dalla defezione dei partiti aderenti al Tavolo dell'unità democratica (Mud).
In pista anche Reinaldo Quijada, ingegnere che si professa legato al "processo rivoluzionario" dell'ex presidente Hugo Chavez, ma oggi in opposizione a Maduro. La sua corsa è appoggiata dal partito Unità politica popolare (Upp89). Javier Bertucci, predicatore evangelico sostenuto dal gruppo Speranza per il cambio e l'indipendente Luis Alejandro Ratti, descritto dai media locali come "chavista" della prima ora e oggi su posizioni molto critiche nei confronti dell'esecutivo.
Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia
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