“La difficile relazione tra cittadini e istituzioni ha contribuito alla bocciatura di una riforma costituzionale equilibrata. In futuro si rischia uno sbilanciamento verso i poteri dell’esecutivo”
(ASI) Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha ricevuto questa mattina il Presidente della Camera dei Rappresentanti giapponese, Tadamori Oshima, in visita in Italia per partecipare alla Conferenza dei Presidenti delle Camere Basse del G7.
L’incontro si inserisce in un percorso di confronto tra la Ministra e i rappresentanti parlamentari del Giappone, avviato in occasione dell’approvazione della riforma costituzionale, quando Finocchiaro presiedeva la 1a Commissione del Senato, e proseguito lo scorso mese di luglio.
Al centro dell’incontro tra il Presidente Oshima e la Ministra Finocchiaro, che si è svolto in un clima di grande cordialità e collaborazione, vi è stato proprio il recente tentativo di riforma della nostra Costituzione, i suoi contenuti e le ragioni che hanno portato alla vittoria del No al referendum del 4 dicembre 2016. Il Presidente Oshima ha mostrato grande interesse per il confronto nel merito delle questioni, essendo impegnato in prima persona nel dibattito che potrà portare a breve anche il Giappone a riformare la sua Carta costituzionale.
“Le ragioni essenziali della riforma – ha spiegato la Ministra Finocchiaro – erano tre: la stabilità dei governi; la difficoltà, la lunghezza e la mancanza di efficienza dell’attuale procedimento legislativo; la necessità di distinguere meglio la funzione legislativa tra Stato e Regioni”.
La Ministra ha quindi identificato le ragioni della sconfitta referendaria, oltre che in una eccessiva politicizzazione del voto, nella “difficile relazione tra istituzioni e cittadini, di cui sono indicatori l’astensionismo e i venti populisti, che si riscontrano in successi elettorali di forze politiche come il Movimento Cinquestelle. La maggioranza degli elettori ha percepito le finalità della riforma come un pericolo. Era una preoccupazione del tutto ingiustificata: noi avremmo reso il Paese all’altezza dei compiti e delle sfide che ha davanti. Ma non eravamo in linea con il sentimento del Paese, che diffidando della politica, diffida della sua efficienza e riconosce nella sola rappresentanza la possibilità per i cittadini di contare”.
Interrogata dal Presidente Oshima sulla possibilità di riprendere il percorso riformatore delle nostre istituzioni, la Ministra ha spiegato che, dato anche l’approssimarsi del termine della legislatura, al momento non sussistono le condizioni politiche necessarie. “Ma credo – ha aggiunto – che il tentativo di riforma non potrà arrestarsi. I problemi che intendevamo risolvere sono ancora intatti e forse sono destinati ad aggravarsi. La riforma bocciata dal referendum teneva insieme le esigenze di stabilità dei governi e la rappresentanza di cittadini e istituzioni. Temo che, se la situazione si aggraverà, le eventuali soluzioni potrebbero essere più sbilanciate verso i poteri attribuiti all’esecutivo”.