Messico, ancora polemiche sul gasolinazo

gasolinazo(ASI) Continuano in Messico le proteste contro il gasolinazo, il piano del governo che prevede diversi aumenti al prezzo del carburante. Per provare a stemperare le polemiche le autorità della Capitale, Città del Messico hanno stabilito che i veicoli di funzionari pubblici cesseranno di circolare per un giorno alla settimana.

La decisione è stata annunciata dal sindaco della Capitale, Miguel Angel Mancera,che ha illustrato anche una serie di misure per ammorbidire gli effetti degli aumenti che si stanno susseguendo dal 1° gennaio.
Parlando dalla sala Ovale della Old City Hall, Mancera ha riferito che 1.500 veicoli dei dipendenti pubblici del governo centrale, ad eccezione di quelli che svolgono funzioni di sicurezza, di soccorso o operative, cesseranno circolare un giorno alla settimana. Tale misura dovrebbe portare un risparmio di circa il 20 per cento del consumo di carburante da parte della flotta pubblica di Città del Messico. Mancera ha poi aggiunto: “Stiamo lavorando su altre proposte, questa non sarà l’unica.
Nonostante alcune misure per mitigare lo scontento popolare nel paese rimangono chiuse in segno di protesta circa 180 stazioni.
Nei giorni scorsi il presidente Enrique Peña Nieto ha deciso che a partire dal prossimo 3 febbraio ci saranno aggiornamenti settimanali dei prezzi dei carburanti per renderli corrispondenti ai prezzi di mercato, una misura che secondo le opposizioni comporterà un pesante aggravio per le tasche dei cittadini. Anche la società dell’energia elettrica ha annunciato aumento dei proprio tassi nel corso del 2017.
Secondo le stime dei manifestanti il prezzo del carburante potrebbe aumentare fino al 20 per cento sia per la benzina che per il diesel, anche se Juan Pablo Castanon, presidente della Commissione per il ordinamento degli affari (Cce), ha parlato di dati in linea con il mercato e che traineranno l’inflazione perché “la liberalizzazione dei prezzi andrà nella giusta direzione” rilanciando l’economia.
Negli ultimi tempi il Messico ha perso parte della sua capacità di raffinare carburanti ed oggi vengono importanti 6 litri di carburante su 10. Commentando questi dati l’analista Gerardo Esquivel, dottore in economia presso l’Università di Harvard ha spiegato che questo “è il risultato di una politica energetica che ha portato il Messico ad importare carburante dall’estero piuttosto che raffinarlo in loco”.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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