(ASI) Damasco – Ancora morti e feriti in Siria. Sabato 7 gennaio, è stato compiuto un attentato tramite l’utilizzo di un camion-bomba nella città siriana di A’zaz, a confine con la Turchia. Nella città controllata dai ribelli sostenuti dal Governo di Ankara, decine sono state le vittime del brutale attentato. Quarantacinque le vittime secondo alcune fonti locali.
Sessanta secondo l’Azaz Media Center, l’organo di informazione degli attivisti in città. Numerosi anche i feriti, non meno di 150 sarebbero. Molti di essi sono stati trasportati oltre confine e ricoverati in ospedali turchi. Al momento rivendicazione del gesto non sono pervenute. A’zaz, però, non è nuova a questi episodi. Infatti in passato, i miliziani dell’ISIS avevano già colpito la città, la quale fino al 2014 era sotto il loro controllo. L’attacco è avvenuto in una zona affollata nelle vicinanze della corte di giustizia e della base di comando dei gruppi armati sostenuti dalla Repubblica di Turchia.
Ad esplodere sarebbe stato un’autobotte, questo è quello che afferma l'Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria (ONDUS). Raccapriccianti sono le immagine diffuse dagli attivisti. Morti sparsi nelle strade e sui marciapiedi, veicoli in fiamme e edifici danneggiati. Il presumibile attacco terroristico, si è consumato proprio dall’inizio di pochi giorni orsono della tregua tra le molte parti in conflitto: meta importantissima raggiunta grazie alla magistrale politica di Mosca con la collaborazione della Turchia e dell’appoggio dell’Iran. Ad A’zaz, nelle scorse settimane, sono giunti molti profughi civili e gruppi di combattenti che hanno lasciato Aleppo dopo la sua liberazione conseguita dal legittimo Governo siriano di Bashar al-Assad, e l’intesa per l’evacuazione dalla città.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia