(ASI) I due rami del parlamento colombiano, Camera e Senato, hanno dato il primo via libera alla legge d amnistia collegata all’accordo di pace con le Forze rivoluzionarie della Colombia – esercito del popolo (Farc-ep). L’amnistia copre i ribelli e i militari accusati di aver commesso reati di minore.
  I voto finale è ora atteso per la prossima settimana. Subito dopo il primo Sì del parlamento il ministro dell'Interno colombiano, Juan Fernando Cristo ha detto che il via libera definitivo giungerà nel pieno rispetto e nei tempi concordati tra il governo ed il gruppo rivoluzionario.

Nel corso del voto sono state confermate le posizioni dei partiti politici; quelli di governo hanno infatti votato sì mentre le opposizioni hanno ribadito la loro contrarietà.

Nell’ambito degli accordi di pace l’amnistia è stata accordata per fornire una garanzia giuridica ai rivoluzionari che deporranno le armi in merito ai reati minori connessi al loro coinvolgimento nella guerra civile. La legge prevede anche la rinuncia dell’azione penale nei confronti dei miliari pronti a rientrare nei ranghi dell’esercito nazionale.

Imelda Daza, portavoce e leader dell’Unione patriottica, ha detto che il suo movimento e le opposizioni vogliono conoscere il nome dei carnefici non per appenderli in Plaza Bolivar ma per poterli perdonare.

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre il parlamento di Bogotà ha approvato il nuovo accordo di pace con le Farc.

Il nuovo accordo tra le parti è stato siglato lo scorso 24 novembre dal presidente Juan Manuel Santos e dal comandante delle Farc Rodrigo Londono. L’intesa sostituisce l’accordo bocciato dal referendum dello scorso 2 ottobre e non sarà sottoposto a voto popolare. Il nuovo accordo tra le due parti prevede modiche rispetto a quello respinto considerate però insufficienti dall’opposizione, che ha appoggiato il “no” al referendum del 2 ottobre. Di fatto, il partito di Uribe, Centro Democratico ha definito il meccanismo con il quale sarà varata la nuova intesa un “golpe contro il popolo e la democrazia”, giacché non sarà confermata con un referendum ma appunto solo dal Parlamento, nel quale il governo sa di contare sui voti necessari per il via libera definitivo.

Indicando le prossime tappe previste dopo la luce verde del parlamento, Santos ha ricordato quello che ha definito il “D day”, e cioè il raggruppamento degli ex guerriglieri in alcune aree prefissate, sotto il controllo Onu e l’avvio della consegna delle armi da parte degli ex combattenti Farc.

“In 150 giorni, appena 150 giorni, tutte le armi delle Farc saranno nelle mani delle Nazioni Unite e le Farc quale gruppo armato non esisteranno più”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

 

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