(ASI) Bratislava - Dalla Slovacchia Matteo Renzi prova a ruggire di fronte ai colleghi e si rivolge con determinazione, quasi rabbia, ai cittadini europei. In quello che doveva essere un meeting dei capi di Governo e di Stato per rilanciare a Bratislava l'economia e le politiche dell'Unione Europea su problemi quali l'immigrazione, la Brexit e il Fiscal Compact, il Presidente del Consiglio italiano rompe gli indugi e interviene, con pochi peli sulla lingua, sulla posizione effettiva delle pedine dello scacchiere europeo in questo momento.
"Ci sono due punti con cui non si può essere d'accordo con le soluzioni offerte da Germania e Francia - ha detto Renzi - in vista del summit di marzo prossimo per i 60 anni dei Trattati, occorre certamente fare di più. Da una parte le politiche migratorie e l'Africa, dall'altra la filosofia della cosiddetta 'Austerità'. E' necessaria una ridiscussione sui vincoli di bilancio al fine di favorire il rilancio dell'economia attraverso la riduzione delle tasse. Non possiamo essere i soli a rispondere a tutte le emergenze e determinate regole devono valere per tutti."
Evidente quindi la critica alla Germania che per il premier italiano violerebbe il limite massimo UE di surplus commerciale al 6% del Pil.
Ad ogni modo però, il Premier Renzi ha lanciato un'invettiva quasi politica, tanto per alzare la voce di fronte al pubblico italiano che si prepara a votare per il referendum costituzionale il prossimo autunno.
Sebbene Francia e Germania abbiano smentito su questi punti, non vi è stato poi modo di andare a fondo sulla questione Brexit invece, dal momento che il Primo Ministro inglese Theresa May era assente e di fatto ancora non ha ancora ufficialmente ratificato l'esito del referendum, che ha visto i cittadini britannici votare l'uscita dall'UE.
"Continueremo con il percorso di crescita che ci siamo dati - ha aggiunto infine Renzi - senza tener conto di determinati vincoli imposti da Bruxelles, perché, in fondo, se qui non cambia nulla, è l'esistenza stessa dell'Unione Europea ad essere a rischio. Gli altri invece di migliorare le cose fanno solo dei miseri passettini, non solo sul Fiscal Compact, ma anche sulle politiche dell'immigrazione."
Toni forti dunque, ma che non lasciano immaginare la fine di un contenzioso politico che dà forma effettiva alle reali incertezze dell'attuale cornice europea, in un continente oppresso dalle divisioni.
Se ne riparlerà certamente nei prossimi incontri. Prima Bruxelles, poi Malta in via straordinaria, sperando di ricavare qualche soluzione concreta a Roma il prossimo marzo.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia