(ASI) Un grande successo elettorale è stato raggiunto ieri dal Fronte Nazionale (Front National, F.N.). Il partito il cui leader è Marine Le Pen, figlia del “vecchio” Jean-Marie Le Pen, nel primo turno di queste elezioni reginali si è attestato come prima realtà politica, come avevano confermato i sondaggi.
Su scala nazionale il Front National si attesta al 30%, dietro lo seguono i repubblicani dell’Union pour un Mouvement Populaire con il 27% il cui presidente è l’ex premier francese Nicolas Sarkozy, e dai socialisti del Parti Socialiste con il 23%. Invece nella regione del Nord (Nord-Pas-de-Calais e Picardia) dove Marine Le Pen è candidata presidente, il suo partito arriva al 40%. Un altro 40% è stato eguagliato nel Sud-Est (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), dove è candidata la nipote di Marin, la giovane Marion Maréchal-Le Pen.
Inutili sono state le recenti crescite di gradimento per il premier François Hollande, del Parti Socialiste, o i “ritorni di fiamma” per Nicolas Sarkozy. Il “ciclone” Le Pen si è dato come inarrestabile.
Ma il successo del Fronte Nazionale non è stata la realizzazione di un giorno, ma un percorso che nei ultimi anni ha trasformato “radicalmente” la politica e la percezione sociale di questo partito. Un percorso iniziato nel periodo finale dell’ultima segreteria di Jean-Marie Le Pen e implementato formalmente con l’arrivo della figlia Marine. Da vecchio partito di estrema destra, il Front National si è aperto alle tematiche sociali: l’attenzione per il mondo del lavoro, per classi sociali meno abbienti, la difesa della manodopera francese. Costruendo una politica di attacco frontale contro l’Unione Europea, verso cui Marine Le Pen rivendica il diritto alla sovranità nazionale francese sia in campo politico quanto in quello economico, e costruendo una fitta rete in tutta Europa con dei partiti analoghi nelle altre Nazioni europee contro il nemico comune incarnato dall’U.E e da Bruxelles. La lotta all’immigrazione, ma anche essa rinnovandola affermando il progetto sordido e capitalista che vuole nuova manodopera a basso costo che danneggia non solo i lavoratori autoctoni francesi, ma anche gli stessi immigrati rendendoli dei moderni schiavi. Il tutto sicuramente “aiutato” anche dai recenti fatti di terrorismo che hanno insanguinato Parigi lo scorso 13 novembre.
Delle caratteristiche del voto del Front National, si può sostanzialmente dire che è un voto autenticamente “nazionale”. Perché esso unisce i francesi sia su un piano sociale, dove la sua base elettorale spazia indiscriminatamente dagli operai fino al ceto medio; sia su un discorso propriamente etnico, della gente francese che sente forte il problema dello scontro sociale con le altre etnie, soprattutto arabe, costruito dalla propaganda multietnica. Molte sono le zone, i quartieri, le città, in cui i francesi si sento degli stranieri o peggio costretti a sloggiare perché la convivenza con gli immigrati, anche di quarta generazione, non è possibile. Questa chiamata all’”identità” e alla preservazione della “francesità” di cui si è fatto garante l’F.N., è stata ben accolta dalla Francia popolare.
Ora bisogna attendere la prossima domenica 13 dicembre per vedere come effettivamente si delineerà il prossimo quadro politico di Francia, che andrà ad influire anche su tutta l’Europa. Per il secondo turno i repubblicani e socialisti forse si alleeranno per frenare l’avanzata della Le Pen. In tal senso i primi a muoversi sono stati i socialisti che in Paca e Nord-Pas-de-Calais hanno ritirato i propri candidati per favorire i repubblicani a discapito dei frontisti.
Comunque vada, questo è un momento storico. Mai il Fronte Nazionale o un partito nazionalista e sociale in tutta Europa, da dopo il 1945, aveva ambito al governo del proprio Paese non supportato da alleanze di sorta.
E a coronare questa “prima” vittoria del Fronte Nazionale sono arrivate le dichiarazioni del segretario Marine Le Pen. La quale ha ringraziato il popolo francese per avergli dato questo vittoria senza precedenti, invitandolo ad andare ora fino in fondo, e affermando che il Fronte Nazionale è <<l'unico fronte veramente repubblicano perché l'unico a difendere la nazione e la sua sovranità>>.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia