(ASI) Gli accordi sembrano saltati. Il governo Greco ha rifiutato di assumere le proposte dell'Unione Europea, ed ha riposto tutto nelle mani del popolo con un referendum.
Ora la Grecia è ad un bivio: accettare le proposte/diktat dell'Unione, o strappare proposte, trattati, con la conseguenziale uscita dall'U.E. e dall'Euro.
Ma in questo "mare magno" nel quale si aggira l'Europa, sembra che oltre la sola questione "Euro/no Euro", si stiano prefigurando degli interessi molto più complessi che potrebbero rimettere in discussione gli assetti geopolitici e geo-economici fin qui esistiti. Anzi ciò sia ben chiaro: non si sta decidendo la mera appartenenza o uscita di uno Stato dall'U.E., non si corre il semplice rischio di un indebolimento dell'Euro ed un ritorno ad una moneta nazionale dello Nazione ellenica, qui il carattere geopolitico entra a pieno titolo ed egemonizza gli esiti finali di questo referendum.
Ci sono dei "spettatori", che con molto interesse assistono alla situazione odierna: la Cina e, in particolar modo, la Russia.
Questi due "colossi" della politica internazionale, potrebbero registrare un proficuo successo da una possibile fuoriuscita della Grecia dalla "Zona Euro" e da un indebolimento dell'assetto occidentale.
La Russia dopo aver subito un avvicinamento considerevole verso i propri confini da parte della sfera d'influenza N.A.T.O., con i recenti fatti dell'Ucraina, sta ora cercando nuove possibilità e mosse strategiche che possano rimetterla in una posizione di forza nella "grande scacchiera internazionale" e che permetta, se non il retrocedere, per lo meno di arrestare la prepotente avanzata dell'Occidente capeggiato dagli Stati Uniti d'America, che spingono in questo momento per riconfermare il loro primato mondiale, fortemente minato da questo "rimescolamento mondiale".
Anche la Cina, come detto, guarda con estremo interesse a questa confusione europea e più in generale alla confusione internazionale, per aumentare la propria influenza e apportare "nuovi punti" per il suo futuro di prossima potenza mondiale. Di fatto, essa ha già dato ingenti finanziamenti alle "casse greche". E la Russia ha per di più conseguito un importate traguardo: il nuovo gasdotto che porterà il metano in Europa non passerà più per l'Ucraina, ma per la Grecia.
E questi accordi economici che la Grecia ha contratto con queste due potenze orientali, possono e saranno certamente il preludio per un nuovo scenario politico. Uno scenario politico che potrebbe portare in queste ore ad un ingrossamento delle file alternative all'Occidente e dell'entrata di uno Stato geopoliticamente e geograficamente vicino ai confini Occidentali, come lo è la Grecia. Una vicinanza pericolosa per gli interessi U.S.A. – U.E..
Mettendo in conto anche l'intenzione del Governo Greco di estromettere il proprio Stato dall'alleanza N.A.T.O. Ciò è un ulteriore dimostrazione della fondamentale importanza che assume il "caso greco". Anche perché quest'ultimo fatto che cosa vorrebbe dire? In Grecia ci sono delle basi militari N.A.T.O., come in tutta la sua zona di dominio, e quindi con l'uscita della Grecia da questa alleanza, ci sarebbe una dismissione di queste basi? Cosa accadrebbe, un "braccio di ferro" tra U.S.A e Grecia, con dietro Russia e Cina, in riguardo a queste basi?
Il tutto per il momento rimane nella condizione "dei se e dei ma". Bisogna attendere l'imminente 5 luglio per vedere come si configurerà un pezzo importante dei futuri assetti mondiali. Il 4 luglio gli U.S.A. festeggeranno l'anniversario della loro indipendenza, dopo il 5 forse anche la Grecia potrà festeggiare una sua ritrovata indipendenza. Ma questa volta per uno dei due festeggianti potrebbero essere dei festeggiamenti amari, e comunque la si metta, il meno a preoccuparsi è la Grecia.
Federico Pulcinelli - Agenzia Stampa Italia