(ASI) Grandi manovre in vista per l’esercito russo che ieri, lunedì 16 marzo, ha iniziato esercitazioni militari in Artico, dando seguito ad una decisione del presidente Vladimir Putin.
Per cinque giorni il polo nord vedrà all’opera poco meno di 40mila militari russe, oltre 50 navi di superficie e sottomarini e 110 aeromobili; obiettivo dell’operazione controllare l’efficienza delle truppe moscovite e la capacitò di dispiegarle in tempi rapidi all’occorrenza.
Parlando di questo evento il Sergei Shoigu, ministro russo della Difesa, ha sottolineato che “le nuove sfide e le minacce militari richiedono un aumento delle capacità delle forze armate”. L’esercitazione inoltre servirà anche a controllare l’abilità dei militari sugli impervi arcipelaghi Arctic Novaja Zemlja e nella Terra di Francesco Giuseppe, e la capacità di proteggere i confini settentrionali via terra, aria e mare.
L’eco dell’operazione è subito giunta a Washington dove, una volta tanto, il Pentagono ha cercato di spegnere le polemiche sul nascere facendo saper che pur volendo monitorare le esercitazioni gli Usa riconosco il diritto russo di esercitare le proprie forze armate, se fatto entro i limiti del diritto internazionale.
Non solo artico visto che truppe russe, circa 3mila unità, si stanno addestrando ad oriente mentre in Siberia meridionale, l’aviazione russa si sta allenando al poligono di tiro in Buriazia, nel sud-ovest del paese, a queste esercitazioni sono impegnati appena 500 uomini.
Con l’Ucraina le tensioni stanno scemando ma Mosca sembra non fidarsi e continua a tenere alta la tensione tra i suoi uomini.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia