(ASI) Regge la tregua in Ucraina. Sul fronte del Donbass e di Debalstevo, entrambi i contendenti sembrano essere davvero intenzionati a rispettare gli accordi presi a Minsk sul cessate il fuoco e il ritiro degli armamenti pesanti dal fronte.
Ma la situazione è tutt’altro che tornata alla normalità. Seppure siano cessati gli scontri campali tra l’esercito regolare di Kiev e i separatisti filo – russi, la situazione resta tesa e numerose sono ogni giorno le segnalazioni di piccoli e in genere brevi scontri a fuoco. Ulteriori difficoltà sembrano essere venute alla luce oggi a causa di alcune “incomprensioni tecniche” tra gli osservatori dell’OSCE e le milizie popolari di Donetsk. Come riferito da Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, dette incomprensioni sarebbero nate a causa della mancata risposta dell’Osce ai miliziani filo – russi che chiedevano la supervisione da parte degli osservatori internazionali sul ritiro degli armamenti pesanti. “Sono normali incomprensioni tecniche basate su oggettive e non certo inaspettate difficoltà. Nonostante ciò è fuori di dubbio che il processo di pacificazione continuerà”- ha detto Peskov. Mentre da parte ucraina è stato definitivamente evacuato lo strategico nodo ferroviario di Debalstevo e ne è stato riconosciuto il controllo da parte dei miliziani filo – russi.
In questo contesto di tregua in via di consolidamento, ma ancora fragile, non ha mancato di destare scalpore la vicenda del viaggio negli Emirati Arabi Uniti (EAU) del presidente ucraino Petro Poroschenko. Proschenko si era infatti recato negli emirati per la firma di un accordo sulla fornitura di armi a Kiev come comunicato nella giornata di ieri dal ministro dell’interno ucraino Anton Gerashenko. Gerashenko ha reso pubblico l’accordo con gli Emirati senza però specificare il tipo e la quantità di armamenti che saranno acquistate dall’Ucraina poiché al momento si tratterebbe di “informazioni riservate”. Di fatto un tale accordo con un paese rifornito di armi fabbricazione statunitense, a molti è apparso come un espediente per poter acquistare armi dagli Stati Uniti evitando le ovvie ripercussioni che si sarebbero potute presentare a livello internazionale. Nei giorni scorsi infatti, sia il segretario di stato Usa John Kerry, che il presidente Obama, aveva più volte caldeggiato la possibilità di inviare armi a Kiev per aiutare l’Ucraina nella lotta contro i separatisti filo – russi. La tesi delle forniture di armamenti occidentali sottobanco tramite espedienti sembrerebbe rafforzata anche dalla comunicazione del governo britannico che ha annunciato la vendita all’Ucraina di un quindicina di mezzi blindati circa dieci giorni fa. Londra ha precisato che si tratterebbe di mezzi obsoleti e disarmati, venduti tramite un società specializzata nella demolizione di mezzi militari e nella gestione dei rottami ferrosi. In ogni caso, sia la vicenda dei 15 blindati britannici da ricondizionare, che quella della fornitura di armi di produzione americana dagli Emirati Arabi, non mancheranno certamente di creare polemiche nei giorni a venire.
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia