(ASI) Bruxelles – Una calma irreale aleggia nelle stanze dell’Eurogruppo. C’è chi dice si tratti della classica calma prima della tempesta, ma la tempesta è ormai in corso da diverse
settimane e ha toccato il suo apice nella giornata di ieri quando il ministro delle finanze greco Varufakis, di fronte all’irremovibilità della posizione tedesca e della Troika sulla rinegoziazione del debito, aveva dichiarato – “la Grecia non firmerà per riconfermare i presenti accordi con la troika, nemmeno con una pistola puntata alla tempia”.
La giornata di oggi sembrava destinata ad essere caratterizzata da un ulteriore escalation di questo “muro contro muro”, se non che l’Europa ha deciso di concedere ulteriori 24 ore di tempo per analizzare “tutti gli scenari possibili”. Questa tregua, che ha il sapore di un’ulteriore vittoria del premier greco Tsipras, è stata concessa per permettere di esaminare la possibilità di venire incontro alla richieste greche. Di fatto l’U.E. sembra essere intenzionata ad abbandonare le posizioni rigoriste della Troika sulla necessità del rispetto “religioso” degli accordi presi e sulla loro immutabilità, in cambio di una atteggiamento più aperto verso le richieste greche. Ciò non vuol certo dire l’abbandono del “dogma” soldi in cambio di riforme (e di rigore), ma semplicemente che si potrebbe assistere a una modifica delle riforme richieste alla Grecia, oppure del loro modo e tempo di implementazione. Da parte greca viene fatto sapere che l’atteggiamento nei confronti di questo piccolo spiraglio offerto dall’Europa è di assoluto positivismo. Impossibile non ricordare che di fatto si tratta dello stesso tipo di sentimenti positivi che aleggiavano all’indomani dell’elezione greche, quando il neo premier Tsipras bloccò con dei decreti dall’attuazione immediata parte delle riforme richieste al paese come ad esempio la vendita a privati cinesi del porto del Pireo, parte del patrimonio naturalistico e archeologico della Grecia destinato agli investitori tedeschi e francesi.
Per un avversario che si “ammorbidisce”, un altro scende in campo. Gli Stati Uniti, abbandonando la posizione di disponibilità nei confronti della Grecia e di opposizione alla Germania, hanno fatto sapere che si aspettano che la Grecia “passi dalle parole ai fatti” accettando un accordo che consenta la ripresa del risanamento dei conti pubblici e l’attuazione del programma di riforme per andare incontro alle richieste della Troika.
Il ministero delle finanze greco ha fatto sapere che l’intenzione di Atene è certamente quella di pagare il debito con i creditori, però viene richiesto l’allungamento dei tempi di rimborso e la rinegoziazione dei tassi di interesse onde evitare la svendita dei tesori nazionali e porre fine all’austerity.
Nonostante l’irrigidimento della posizione statunitense, i mercati credono che alla fine l’accordo ci sarà e che sarà un accordo che permetterà la risoluzione della crisi greca in tempi brevi. Oggi la borsa di Atene ha chiuso in netto rialzo trascinando con se anche tutte le altre piazze del vecchio continente tra cui Piazza Affari che ha chiuso in rialzo del 1,85%.
Cenusa Alexandru Rares - Agenzia Stampa Italia