(ASI) Milano è stato il teatro di due visioni del mondo che si scontrano. Da un lato i Capi di Stato più potenti del mondo si incontrano per discutere della politica internazionale, dall’altro i cortei sfilano per le strade della città contro una società a cui sentono di non appartenere. A questa contrapposizione sociologica si è aggiunta quella politica, che vede la Russia come avversaria e come minaccia per il primato dell’Occidente.
In questo scontro ideologico, il protagonista indiscusso è stato Putin, il quale ha dettato di fatto l’agenda politica, ha trovato un accordo parziale con Kiev per calmare le acque in Ucraina e ha discusso lungamente con la Merkel sui rapporti con l’Unione Europea, nonostante i rapporti con Berlino non siano dei migliori.
Per quanto riguarda l’Italia, sono stati stretti accordi con la Cina per un totale di 8 miliardi. Il premier Matteo Renzi si è dichiarato soddisfatto per questo importante risultato italiano, che ha inoltre permesso di rinsaldare il rapporto con il Dragone cinese, la nuova superpotenza contesa da tutti gli Stati del pianeta per la sua forza non solo economica e commerciale ma anche finanziaria. Secondo Li Keqiang, primo ministro cinese, le ultime riforme italiane hanno convinto la Repubblica Popolare Cinese ad investire proprio in Italia, un commento che è valso anche il plauso di Napolitano.
Tuttavia, fuori dai palazzi le idee su come il mondo deve essere gestito erano molto diverse. Nello stesso giorno erano previsti due cortei: il primo degli studenti, il secondo degli anarchici. Inoltre il livello di allerta è stato molto alto. Nel capoluogo lombardo saranno presenti duemila militari tra carabinieri, poliziotti e finanzieri, oltre a jet pronti a decollare per ogni evenienza.
Dove andrà il mondo? Verso i palazzi o verso la piazza?
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia