(ASI) Damasco - È stata fitta di appuntamenti la prima giornata di Solidarité Identités a Damasco.
Il convoglio dei volontari europei, giunti ieri nella capitale siriana attraverso il confine libanese, è stato accolto dalle autorità locali con grande calore. Così prima della distribuzione materiale degli aiuti, che avverrà tra qualche giorno a Tartus con il partenariato dell'associazione Al Wafa, gli attivisti europei e i rappresentanti della Comunità siriana in Italia sono stati ricevuti da alcune illustri personalità della società civile.
Nella prima mattinata hanno incontrato il ministro delle politiche sociali, Kinda Al Shamath. Il ministro ha spiegato come il maggior costo dall'inizio delle ostilità sia stato pagato dalle classi meno abbienti e, per questo, ha ringraziato la delegazione del contributo materiale e il sostegno morale. Il ministro ha riservato un ringraziamento particolare alle volontarie presenti "perché si dice che le donne non partecipano alla guerra ma la vostra presenza qui dimostra l'esatto contrario".
Più tardi, in una coinvolgente conferenza stampa, la delegazione italo-siriana ha avuto modo di confrontarsi con Fehmi Hasan, vice presidente del Parlamento siriano. "La Siria sta per vincere il terrorismo - ha dichiarato perentoriamente Hasan - e la ricostruzione avverrà grazie alle mani dei suoi figli e all'aiuto di Stati, comunità e associazioni che hanno appoggiato il Paese durante il conflitto".
L'ultimo, non certo per lustro, ad aver accolto la delegazione italo-siriana è stato il Gran Muftì, la più alta carica religiosa in Siria. Durante l'incontro, Il Muftì, che due anni fa ha subito la perdita del figlio ventenne per mano dei terroristi, ha trasmesso ai presenti un messaggio di pace universale. "Quando hanno arrestato gli assassini di mio figlio io sono andato a visitarli - racconta il Muftì - appena mi hanno visto si sono impauriti, ma io li ho abbracciati, poi ho pregato Dio per la forza del perdono ricevuta".
Redazione Agenzia Stampa Italia