(ASI) Diverse decine di militari riservisti dell’unità di spionaggio informatico “8200” dell’esercito hanno comunicato al premier Nethanyahu che d’ora in avanti non si presteranno più all’opera di sistematico spionaggio cui sono sottoposti i Palestinesi della Cisgiordania, dei territori e della striscia di Gaza.
Quanto si erano arruolati, scrivono, erano convinti che il loro compito fosse essenzialmente preventivo, cioè legato allo sforzo costante di impedire attentati e di salvare vite innocenti.
Col tempo sono giunti invece alla conclusione che la finalità principale del loro lavoro è “perpetuare l'occupazione militare israeliana nei Territori”.
Per queste ragioni l’annuncio in una lettera indirizzata al premier sionista nonostante la certezza che il loro gesto provocherà ritorsioni.
Molti di loro sono impiegati in compagnie high-tech, dove adesso rischiano di diventare 'indesideratì. “La popolazione palestinese è del tutto esposta allo spionaggio e al controllo dell'intelligence israeliana”sostengono i firmatari, in buona parte ufficiali, tutti specializzati nel monitoraggio di telefonate, messaggi fax o sms, comunicazioni via web o anche in codice.
Redazione Agenzia Stampa Italia