(ASI) Egitto, siamo al sesto giorno della rivolta popolare del Pane che attraversa la nazione. Il prolungarsi di questa situazione d'instabilità politica e gli incerti scenari futuri che preludono sono motivo di preoccupazione per le cancellerie mondiali.
Infatti, si teme l'effetto domino, per questo Usa e Israele seguono con particole interesse l'evolversi degli eventi, ma, per la prima volta, esiste un forte contrasto sulle soluzioni da adottare. Gli americani avrebbero in pratica scaricato il presidente Hosni Mubarak, invocando riforme democratiche. E' stato Barack Obama in persona a spiegare le volontà statunitensi: "Serve una transizione ordinata verso un governo che risponda alle aspirazioni dei cittadini egiziani”. Mentre il governo israeliano, molto allarmato per le svolte che potrebbero realizzarsi in Egitto e nelle nazioni confinanti governi a loro ostili, per questo fa forte pressioni anche verso alcuni paesi europei, chiedendo loro di sostenere il presidente Hosni Mubarak e il suo governo. Secondo quanto riferito dal quotidiano Haaretz, in questo messaggio i responsabili dell'esecutivo israeliano sottolineano che è "interesse dell'Occidente" e di "tutto il Medio Oriente mantenere la stabilità del regime in Egitto". Per cui "Occorre di conseguenza mettere un freno alle critiche pubbliche contro il presidente Hosni Mubarak".
Questo contrasto e il riconoscimento da parte di molte nazioni dello Stato Palestinese potrebbe far cambiare anche la politca estera Usa in Medio Oriente?