Le deflagrazioni, potentissime, hanno illuminato a giorno Damasco, assieme ai colpi dell'antiaerea siriana. La popolazione ha descritto l'attacco al centro di ricerca come “una palla di fuoco” nella notte.
Il Presidente israeliano Benjamin Netanyahu non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo. Il Ministero della Difesa ha dichiarato: «Israele sta seguendo la situazione in Siria e Libano, in particolare il trasferimento di armi chimiche e armi speciali». Le fonti americane ed israeliane hanno considerato infatti l'arsenale di stato distrutto come un potenziale carico per gli Hezbollah libanesi, inviato a sua volta dall'Iran. Tali fonti sono state smentite dallo stato iraniano.
Il Ministero della Salute siriano non ha ancora rilasciato un bilancio delle vittime ufficiale, ma secondo i media siriani oscilla attorno ai 300 morti e centinaia di feriti, per lo più militari dell'esercito. Il canale 10 della tv di stato israeliana ha riportato la notizia della perdita di contatto con due caccia, mentre i media siriani come Al Manar Tv parlano di due caccia abbattuti ed i rispettivi piloti catturati dall'esercito siriano. Si attendono conferme ufficiali della notizia.
Quanto alle motivazioni del bombardamento, la tv di stato siriana riporta il commento «Il nuovo attacco israeliano è un tentativo di sollevare il morale dei gruppi terroristici». I gruppi terroristici religiosi che contestano con barbarie e massacri la legittimità di governo del Presidente Assad sarebbero infatti foraggiati, secondo la tv siriana, dagli israeliani. Israele sta trasformando la questione palestinese in una guerra regionale senza precedenti. Fatto sta che è in atto un esodo del popolo siriano, che trova poco riscontro nei media occidentali. Un esodo di decine di migliaia di civili che si è riversato per lo più nei campi dei rifugiati nel vicino Libano, dove trovano accoglienza e ristoro seppur in condizioni umane disperate per la dignità e la salute.
La salute della popolazione siriana è turpemente violata anche in patria. Secondo i primi rilevamenti dei centri di ricerca militari, questa notte gli israeliani avrebbero utilizzato armi con uranio impoverito.
Anche il Libano ha denunciato una violazione dello spazio aereo da parte di Israele e ha annunciato un ricorso presso il Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo stato dell'Iran ha condannato duramente l'attacco militare: «L'entità sionista si pentirà dell'attacco subìto contro la Siria». Il ministro degli Esteri egiziano Kamel Amr ha condannato qualsiasi aggressione contro uno stato arabo ed ogni attentato alla sovranità nazionale siriana.
Il vice ministro degli Esteri siriano Faisal Al Mekdad ha definito l'aggressione “una dichiarazione di guerra” da parte di Israele ai microfoni della CNN. Il ministro ha anche osservato come l'attacco sia un'alleanza ufficiale fra i terroristi islamici ed Israele, e considerato eventuali azioni difensive missilistiche da parte siriana. Lo Stato israeliano nel frattempo ha chiuso lo spazio aereo ai civili.
L'Italia tace ogni condanna. Solo la scorsa settimana ad Assisi il Presidente israeliano Shimon Peres era stato insignito della cittadinanza onoraria per la pace. Gli Stati Uniti difendono la condotta militare israeliana, considerandola un diritto alla difesa. Pace e difesa sono due scelte terminologiche che degradano la democrazia internazionale ad una prospettiva dialettica orwelliana, mentre la barbarie di stanotte resta impunita dalla Comunità internazionale.
Maria Giovanna Lanotte – Agenzia Stampa Italia