Invece, secondo gli osservatori l' iniziativa militare congiunta Usa e Core del Sud sta aggravando la tensione in quell'area geografica con la Corea del Nord. Infatti, giunge puntuale la dura la replica di Pyongyang che giudica le manovre una chiara provocazione contro il suo Stato. Il leader nord coreano, Kim Jong Un ha detto che il suo paese è pronto a scatenare “una guerra totale”. Inoltre, "Da questo momento", si legge nel comunicato, "il Comando Supremo dell'Esercito Popolare di Corea dichiara che saranno poste in posizione di combattimento di classe A tutte le proprie unità da campo, ivi comprese le unità di artiglieria a lunga gittata e quelle missilistiche strategiche, che prenderanno di mira tutti gli obiettivi nemici nelle basi d'invasione degli Stati Uniti, sul loro stesso territorio, alle Hawaii e a Guam".
Per scongiurare che la crisi degeneri, la Cina, alleato della Corea del Nord, invita le parti a evitare ogni atteggiamento capace di aggravare la tensione. Mentre, emerge anche il dissenso interno alla Corea del Sud, dove le associazioni pacifiste sud-coreane protestano per le manovre congiunte tra le forze di Seul e quelle statunitensi.
Commento: Siamo di fronte ad una nuova Pearl Harbor? La solita strategia messa in atto mirata a creare ad arte un “casus belli” per spingere l’opinione pubblica interna e mondiale a sostenere ed appoggiare, in nome della democrazia, un nuovo attacco militare contro lo “Stato canaglia” di turno. Il vero scopo però è molto meno nobile di quello dichiarato: salvare l’economia a stelle e strisce in grande crisi attraverso una nuova guerra. Il futuro ci svelerà la verità sulla strategia attuata dagli Usa nello scacchiere asiatico. In questa situazione a rischio ed in continua evoluzione, solo una cosa è certa, la Cina, non si limiterà a guardare pacificamente gli eventi.
OcToBer – Agenzia Stampa Italia