Le operazioni militari israeliane denominate “Colonna di fumo”, durate otto giorni, hanno completamente distrutto 200 case, danneggiandone altre 8.000. L'attacco ha anche distrutto 42 edifici non residenziali, tra cui la sede del governo di Hamas, tre moschee e un centro sanitario. È noto inoltre che le forze israeliane sono hanno preso di mira gli uffici di media locali ed internazionali. Sabato scorso, la Camera di Commercio palestinese ha poi riferito che l'ultimo conflitto con Israele ha causato 300 milioni di dollari di danni economici. La sua relazione riguarda i danni ai settori agricolo, sanitario e sociale. Il comparto agricolo ha subito 120 milioni di dollari, mentre otto giorni di fermo imposto alle attività economiche hanno provocato perdite per 40 milioni di dollari. Il resto del totale dei danni economici è dato da edifici distrutti ed infrastrutture compromesse dai bombardamenti israeliani, ricorda l’agenzia cinese Xinhua. Per affrontare le disastrose conseguenze economiche dei bombardamenti israeliani, la relazione della Camera di Commercio palestinese chiede un allentamento delle restrizioni israeliane su Gaza, conformemente alla “tregua” di mercoledì scorso. Oltre ai danni economici, la risposta israeliana al lancio di razzi di Hamas [si noti che anche “Russia Today” corrobora l’idea della “reazione israeliana”, NdT] ha ucciso 168 palestinesi, la maggior parte dei quali civili. La scorsa settimana, Tel Aviv ha cominciato a colpire Gaza con l'obiettivo dichiarato di “fermare gli attacchi di razzi sul suo territorio da parte di Hamas”, il partito al governo a Gaza. L’ala militare di Hamas aveva intensificato i bombardamenti del territorio israeliano, uccidendo sei israeliani, tra cui cinque civili, secondo i rapporti ufficiali. Il governo israeliano, come l'attacco aereo su Gaza andava intensificandosi, ha così autorizzato il richiamo di 75.000 riservisti, mentre crescevano le voci riguardanti un'invasione di terra della Striscia di Gaza. Tuttavia, l'operazione di terra è stata fermata dopo uno sforzo diplomatico internazionale mediato dall'Egitto, cosicché mercoledì si è pervenuti ad un accordo sul cessate-il-fuoco.
Tra le molte condizioni previste nella “tregua”, ricordiamo: apertura dei punti di frontiera con Gaza per facilitare la circolazione di persone e merci; libera circolazione per i residenti [non è chiaro dove: vogliamo impedirgliela anche all’interno di quella prigione a cielo aperto che è la Striscia di Gaza?, NdT]; infine, "tutte le fazioni palestinesi della Striscia di Gaza devono cessare ogni ostilità contro Israele, compresi gli attacchi coi razzi e quelli condotti lungo il confine".
Fonte: Russia Today,
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