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I segreti... poco segreti di Wikileaks

Tutti i principali quotidiani titolano a grandi caratteri le loro prima pagine, con le indiscrezioni che il nuovo fenomeno pseudo-politico mediatico "Wikileaks" sta diffondendo velocemente via web. Annunciati da tempo, questi file segretati del Diparimento di Stato americano, riguardanti i più svariati rapporti e dispacci di politica internazionale, sono stati pubblicati in rete durante le utime 24 ore. La domanda è: come è stato possibile che un personaggio sconosciuto ai più si sia appropriato di migliaia di documenti coperti dal segreto di Stato di uno dei più potenti servizi del mondo, e che possa diffonderli in internet, annunciandolo con diversi giorni di anticipo?
Le notizie diffuse riguardano un pò tutto: ci consentono di scoprire una Hilary Clinton "furiosa con Tehran", un Frattini "frustrato per la doppia politica estera di Ankara" o un "Obama preoccupato per la Germania", ma soprattutto ci parlano di una Corea del Nord "pronta a colpire l'Europa", di un "Berlusconi portavoce di Putin" e di una "Turchia vicina ad Al Qaida". Se, infatti, per quanto concerne gli Stati Uniti, ci troviamo davanti a rivelazioni di verità ufficiose o in ogni caso assolutamente non clamorose e per nulla sorprendenti, sono diversi Paesi Europei ed Asiatici ad uscire pesantemente oltraggiati e accusati dal sito di presunta divulgazione.
I rapporti dell'Italia con la Russia, non costituiscono certo una novità, ed il fatto che siano stati condotti in prima persona da Silvio Berlusconi (impegnato su questo fronte da almeno cinque anni) non toglie nè aggiunge nulla di quello che pubblicamente è noto (anche se a volte ignorato) nelle relazioni tra i due Governi. Eni, Enel e Finmeccanica, apparato strategico del nostro Paese, stanno investendo da diverso tempo in Russia, e in alcuni Paesi dell'ex Unione Sovietica, come apliamente documentato da rapporti, agenzie e pubblicazioni annuali. Parimenti noto a tutti è il progetto che il Cremlino di Vladimir Putin e Gazprom hanno in mente per innervare l'Europa con il gas proveniente dalla stessa Federazione, dall'Asia Centrale e dal Caucaso. Nel nostro caso (Europa Meridionale), il particolare rapporto che si è andato rafforzando grazie a Silvio Berlusconi ha contribuito a compiere importanti passi avanti per quanto concerne il Progetto South Stream. Stiamo parlando, di un enorme gasdotto (o pipeline) che convoglierà il gas della regione caucasica della Federazione Russa verso i Balcani e l'Italia, attraverso il Mar Nero, nelle acque territoriali turche, coinvolgendo, perciò nelle relazioni multilaterali, a partire dal 2009, anche il Presidente Erdogan. E' proprio la Turchia a costituire un pivot strategico essenziale, nel momento in cui sia la trama di Mosca verso l'Europa, sia le eventuali relazioni tra Europa e Medio Oriente dovranno transitare per Ankara.
L'allineamento filo-russo di Roma e Ankara, i due maggiori Paesi membri della Nato sul Mediterraneo, non può ovviamente essere gradito a Washington, che in questo modo vedrebbe pesantemente ridimensionata la sua sfera di influenza. Per ciò è stato presumibilmente ideato il progetto Nabucco, un piano parallelo di approvvigionamento energetico, che intende legare l'Eurozona alle manovre di Stati Uniti e Israele, attraverso i "Paesi non ostili" del Medio Oriente, fornendo quantità di gas minori e a costi maggiori. E' indubbio che l'Italia, priva di grandi risorse energetiche, come un pò tutta l'Europa, debba necessariamente rivolgersi a partner credibili, affidabili e ben più disponibili ad un dialogo multi-laterale di quanto non lo siano fin'ora stati gli Usa, che continuano a ritenere la Nato un'alleanza totale (militare-economica-strategica) a guida propria, cercando con ogni mezzo di mantenerne le strutture anche quando queste si siano dimostrate assolutamente inutili, specialmente nell'attuale contesto storico e politico.
Le accuse di Wikileaks non sono soltanto prive di fondamento ma sembrano voler colpire anzitutto e ben più gravemente di una semplice insinuazione personale, i particolari rapporti italo-russi e la Turchia, ricalcando clamorosamente il progetto statunitense di contrapposizione al South Stream. Con buona pace del "rivoluzionario rivelatore che non fa dormire la Casa Bianca".

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