Cina si è detta contraria a ogni provocazione militare, Corea del Nord accusa Seoul e Washington
Nell'incontro di mercoledì scorso in Russia, con il Presidente Medvedev, il Primo Ministro della Repubblica Popolare Cinese, Wen Jiabao, ha ricordato che la Cina sarà sempre
contraria a qualunque "provocazione militare", con un implicito riferimento all'atteggiamento Sud Coreano, che, da più parti, e per primo dal Comando Supremo dell'Esercito Nord-Coreano, è stata accusata di aver innescato le ostilità per effetto di esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti, che dal Luglio scorso, vedono impegnati ben 70 mila unità, 200 caccia, 20 navi, e 2 sottomarini, di cui uno - sembrerebbe - dotato di testate nucleari. Da Luglio, la Corea del Nord sta denunciando una situazione gravissima, che contravviene, secondo Pyongyang, agli accordi stabiliti dopo l'ultimo summit delle Sei Nazioni. Obama aveva auspicato ed esplicitamente fatto monito alla Cina di condannare apertamente il bombardamento nord-coreano dell'Isola di YeonPyeong. La Cina non solo non ha fatto alcun riferimento chiaro a quell'evento, ma ha esplicitamente parlato di "provocazione", ponendo al centro della questione, non nel dettaglio la risposta della Corea del Nord, ma in generale la responsabilità di chiunque crei una ragione non valida e gratuita per dare avvio ad operazioni militari.
Anche oggi, la Corea del Nord ha rincarato la dose, in questa direzione, accusando Seoul e Washington di voler portare la Corea tutta sull'orlo di una guerra. La Portaerei Washington, infatti, è partita la scorsa notte di mercoledì, dalle acque del Mare del Giappone, per dirigersi verso il 38° parallelo, proprio all'altezza del confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Un atto unilaterale e appiattito sulla sola versione di Seoul, che di certo non aiuta a ripristinare un clima di serenità, nella direzione della stabilizzazione della Penisola Coreana.
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