(ASI) Estero. Il Vicino Oriente da tempo è una polveriera pronta a scatenare effetti devastanti. Ora rischia di esplodere dedinitivamente se dopo l'operazione Siria si desse seguito all'attacco alla Rerpubblica islamica dell'Iran da parte di Israele. Un gesto insano che preluderebbe a consequenze incalcolabili, di cui, tra l'altro la prima vittima sarebbe proprio lo stato ebraico. Siamo di fronte al perenne ritorno del mito del biblico olocausto (sacrificio) i cui benefici postumi sono razionalmente ignoti.
Lo scenario ci rivela che la crisi economica globale è molto grave con effetti sociali devastanti. A cui vanno aggiunte le tante crisi regionali in atto . Controversie etniche, politiche e religiose irrisolte che al momento in cui Israele attaccherà l'Iran rischiamo di far scoppiare un conflitto mondiale. Questa tesi è suffragata dalle recenti dichiatrazi provenienti da Beirut (Libano) direttamente dal leader del movimento di resistenza islamico libanese Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah che in merito alla questione afferma: "Se Israele attaccasse l'Iran, l'America si dovrà assumere le sue responsabilità". Nasrallah ha però anche aggiunto: " di non aspettarsi nei prossimi mesi o in un futuro vicino che Israele possa attaccare l'Iran".
Dissensi sulla opzione militare contro l'Iran sono si manifestati pure in seno alle istituzioni ebraiche. Infatti, le dichiarazioni del premier e del ministro della guerra israeliani riguardo un eventuale attacco militare contro l'Iran ha fortemente attirato l'attenzione della comunità internazionale, provocando anche una forte discussione all'interno di Israele stesso. Lo dimostra la presa di posizionel del leader del partito d'opposizione e presidente del partito Kadima, Shaul Mofaz, il quale ha "aperto il fuoco" su Netanyahu, chiedendogli di spiegare "l'obiettivo della guerra contro l'Iran". Ovviamente Mofaz si oppone ad un attacco militare. Mofaz ha affermato che l'atteggiamento del primo ministro sulla questione iraniana ha superato la "linea rossa", ignorando in questo modo non solo l'appello della popolazione, ma minando anche le relazioni con gli paesi tra cui anche gli Stati Uniti. Mofaz ritiene che l'attacco militare contro l'Iran possa ottenere un risultato limitato,aa cui farebbero seguito solo perdite umane dei propri soldati, un possibile maggior danno sul territorio e una rottura profonda nella situazione politica di Israele.
Redazione di Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione