(ASI) “La strada è quella di tagliare gli sprechi, i superstipendi dei manager, e i megacachet delle star televisive non certo vendere asset strategici come Rai Way o tagliare le redazioni regionali.
È la solita logica: Renzi non vuole toccare le rendite di posizione degli ‘alti papaveri’, ma se la prende con l’anello della catena più debole: i giornalisti delle sedi regionali, che proprio per la loro dislocazione decentrata, non possono fare massa critica”. È quanto dichiara il componente della commissione di Vigilanza Rai e deputato di Fratelli d’Italia-An Fabio Rampelli che prosegue: “La Rai va riformata ed rilanciata, ma non è questo il modo. Il decreto legge Irpef che prevede interventi sul servizio pubblico sono di una gravità inaudita. Non vorremmo che dietro a questo modo di agire si celassero favori a presunti avversari politici”.
“La vendita di una parte di Rai way non può essere fatta oggi e in questo modo: si rischia di svendere un patrimonio tecnologico di eccellenza costruito in decenni anche attraverso il canone pagato dagli italiani. Il decreto impone già nel 2014 un taglio di 150milioni di euro, senza un preciso piano industriale e compromettendo i contratti in essere”.
“Se Renzi vuole intervenire sulla Rai, lo faccia pure,- ha concluso Rampelli- ma attraverso una riforma di sistema di tutto l’assetto radiotelevisivo. Facendolo così, si va soltanto in una direzione: distruggere la Rai e tutto il suo patrimonio professionale lasciandolo alla mercé di editori privati molto poco ‘puri’ ”.
Redazione Agenzia Stampa Italia