(ASI)RiceviamoePubblichiamo - La recente lettera dei dipendenti di Marche Multi Servizi di Pesaro pubblicata da alcuni quotidiani locali, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla perdita di lavoro e all'incertezza occupazionale dei dipendenti stessi.
In n periodo storico in cui questo timore è pervasivo e coinvolge ogni settore, effettivamente nessuno può sentirsi al sicuro. La principale causa addotta è l'impossibilità di attuare i progetti previsti dal piano industriale concordato con i Comuni e la Regione. Questi progetti includono la realizzazione di un biodigestore nella zona di Talacchio e la creazione di una discarica nella località di Riceci. La giusta preoccupazione dei dipendenti di MMS non può però far passare in secondo piano le preoccupazioni di centinaia di famiglie che vivono delle risorse di quei territori e che abitano, anche da generazioni, rispettano e migliorano quei posti (creando anche un mportante indotto) che si vorrebbero ‘sacrificare’. E’ incontrovertibile il fatto che il loro lavoro ed il loro futuro siano altrettanto importanti, così come l’ambiente che li circonda, tra i più belli ed invidiati d’Italia. La salvaguardia dell’identità di quei luoghi dovrebbe rappresentare un punto di forza per tutti, non trasformarli nella ‘vittima’ di un atto di rinuncia a trovare soluzioni alternative e meno impattanti. Focalizziamoci ad esempio sulla discarica di Riceci ed sui relativi dati. L'area interessata si estende su 44 ettari di terreno, dove si prevede lo smaltimento di 200.000 tonnellate di rifiuti all'anno, soprattutto provenienti da altre regioni. Questo significherebbe un traffico di 28.500 camion all'anno lungo la strada statale Montefeltro/Urbinate, corrispondente in 90 camion al giorno, pari a oltre 7 camion all’ora su 12 ore lavorative e conseguente inquinamento dell’aria e deterioramento del manto stradale. Tale discarica è destinata ad accumulare, in 25 anni, un volume di rifiuti pari a 5 milioni di metri cubi, equivalenti a 11 volte il volume del Duomo di Milano. È dunque questa l'idea di sostenibilità ambientale GREEN con la quale si riempiono i titoli dei giornali? Noi sospettiamo sia tutta una farsa. Come anche sia giocare sporco mettere contro i lavoratori di MMS contro il diritto di esistere di una intera vallata. Se i lavoratori di MMS desiderano veramente una crescita aziendale, come citato dall’art. 46 della Costituzione “[…] La Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare […] alla gestione delle aziende”, dovrebbero pretendere soluzioni innovative e accettate dalle comunità locali, invece di difendere piani industriali che per decenni hanno dimostrato essere fallimentari dal punto di vista ambientale. Ciò richiede scelte coraggiose perché, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, nascondere o bruciare quello che non vogliamo vedere non può più essere l'unica soluzione possibile. "Think different", come diceva un vecchio slogan pubblicitario. È giunto il momento di trasformare il problema dei rifiuti in un'opportunità di cui tutti possano godere, iniziando dalla fase di produzione. Progettiamo prodotti eco- sostenibili dalla loro origine e per tutto il loro ciclo di vita, compresi gli imballaggi ed il loro riutilizzo, anche con il sostegno dalle amministrazioni pubbliche. Esistono già progetti, presentati in fiere come l’EcoMondo di Rimini, che si basano sulla separazione automatica dei vari materiali, consentendone il riciclo e la riutilizzazione per creare nuove risorse. Ad esempio, si possono ottenere nuovi mattoni ad isolamento termico e acustico, asfalti più duraturi e performanti a base vegetale, fertilizzanti e nuovi filamenti per tessuti. L’idea proposta quindi, è la creazione di una filiera virtuosa che accompagni ogni prodotto dalla nascita alla fine, abbandonando quella mentalità dell’‘usa e getta’ e del ‘nascondere’ con cui siamo cresciuti. Una vera sostenibilità ambientale ed etica, non solo di facciata, e per questo siamo pronti ad aprire anche un tavolo di confronto. Anziché una contrapposizione tra lavoratori di MMS e cittadini consapevoli, anche se in difesa dei propri posti di lavoro, dovremmo unirci e lavorare insieme per ottenere quel cambio di paradigma di cui tutti abbiamo bisogno. Lo dobbiamo al nostro pianeta, a noi stessi e ai nostri figli per un futuro migliore! Noi del neonato Comitato Regionale “Coordiniamoci Marche” reputiamo indispensabile unirsi per poter proporre alla politica e alle aziende di realizzare scelte volte alla salvaguardia dell’ambiente e della dignità umana. Le dobbiamo al nostro pianeta, a noi stessi, ai nostri figli per un futuro migliore! Un futuro che vogliono sottrarci solo per le loro logiche di avidità personale, sostituendolo al Bene Comune. Comitato Coordiniamoci Marche
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