I docenti contro il greenpass: “Con l’obbligo, rischio paralisi dei corsi”

docenticontrogreenpass copy(ASI) Riceviamo e pubblichiamo - "I promotori dell’Appello contro il greenpass si rivolgono ai loro colleghi: “Da oggi gli accademici dovranno dar prova della loro lealtà porgendo il braccio. Come contano i nostri colleghi di mantenere ancora quel minimo di credibilità?”

“Se verranno confermate le voci che si sono rincorse di un obbligo vaccinale c’è il concreto rischio che molti colleghi vengano sospesi dall’attività accademica e, con la sospensione, vi è il concreto pericolo di mandare in tilt il sistema universitario, per una stretta decisa dal governo che non trova – per l’ennesima volta – alcun riscontro scientifico e fattuale”: così i promotori dell’appello dei docenti universitari contro il greenpass, che si rivolgono poi ai propri colleghi esortandoli a esprimersi contro ogni forma di obbligo di Stato e contro discriminazione.

“Un secolo fa un pensatore francese, Julien Benda, ne Il tradimento dei chierici denunciò gli intellettuali del XIX e del XX secolo, sottolineando come proprio coloro che maggiormente avrebbero dovuto mettersi al servizio della dignità dell’uomo, della libertà e della pace si fossero invece fatti strumenti assai docili di ogni logica violenta, militaresca, autoritaria e repressiva. Quelle parole non impedirono il trionfo dei regimi totalitari, ma ebbero il merito di svegliare alcune coscienze”.

“Per parte nostra – continuano i promotori – ben più modestamente oggi vorremmo chiedere ai colleghi delle università italiane che fine hanno fatto i loro strumenti scientifici, disciplinari e critici in questo momento di reale pericolo democratico. Ci chiediamo cosa pensino di una gestione pandemica condotta fin dall’inizio all’insegna dell’assurdo legislativo, del terrore mediatico, della militarizzazione del territorio, dello scarico delle responsabilità su capri espiatori costruiti ad arte. E infine, come si sono sentiti quando la scienza, che tutti rappresentiamo, è stata convertita in dogma di fede”.

“Sospettiamo, però, che di tutto ciò non si siano neppure accorti: il tradimento ha i suoi vantaggi. In questi mesi abbiamo visto la maggior parte dei chierici continuare imperterriti nelle loro attività, contenti dei piccoli guadagni in libertà personale ottenuti mostrando un QR-code. Una certa parte si è abbassata fino a prendere le difese di un governo che manda uomini armate alle fermate degli autobus per controllare il lasciapassare degli scolari. Altri, come sempre accade, hanno abbassato gli occhi e hanno tirato dritto”.

“Adesso, dopo l’onta del greenpass a settembre, dopo il pavido silenzio quando l’obbligo è caduto sul comparto scuola, di fronte all’evocazione di un obbligo vaccinale – cui siamo contrari per ogni altra categoria – eccoci al dunque”.

“Esentati da qualsiasi giuramento per preservare la libertà di ricerca – concludono i docenti –, da oggi gli accademici dovranno dar prova della loro lealtà porgendo il braccio. Come contano i nostri colleghi di mantenere ancora quel minimo di credibilità indispensabile per insegnare?

I promotori dell’Appello dei docenti universitari contro il greenpass

www.nogreenpassdocenti.it

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