(ASI) Lettere in Redazione si riporta l'appello a salvare la cultura italiana fatto dallo storico e critico d'arte Marco Grilli al Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato Giuseppe Conte.
(ASI) Lettere in Redazione si riporta l'appello a salvare la cultura italiana fatto dallo storico e critico d'arte Marco Grilli al Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato Giuseppe Conte.
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri avv. Giuseppe Conte,
in questi giorni sta affrontando un passaggio molto delicato per lo sviluppo della nostra Nazione: ammiro la tenacia e la determinazione nel tenere dritto il timone verso la meta.
Sono Marco Grilli, uno storico e critico d’arte, ma dapprima un cittadino che da sempre persegue la via della promozione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
La cultura, infatti, da sempre rappresenta un elemento fondamentale per la vita e la conoscenza del passato di ogni nazione: non a caso viaggiare arricchisce profondamente l’essere umano in quanto gli permette di entrare in contatto diretto con culture talvolta diametralmente opposte alle nostre.
Credo fortemente che la cultura debba essere uno dei principali punti di intervento che un Governo lungimirante dovrebbe prendere in esame al fine di perpetrare nel tempo la diffusione e la conoscenza della società che governa.
Aprire i musei, arricchire le biblioteche, conservare gli archivi non significa dedicarsi a qualcosa di antico e superato, che non fa “tendenza”, ma anzi significa mettere mano a ciò che di più prezioso ogni nazione ha: la sua tradizione, la sua grandezza, la sua magnificenza tangibile e non, materiale e morale.
Per fare questo, di certo, dobbiamo investire nella cultura, trovando sempre più fondi (pubblici ma anche privati) che permettano di valorizzare e rendere fruibili i templi del sapere e della conoscenza. Una conoscenza, questa, a tutti facilmente comprensibile, soprattutto se divulgata nei musei: le immagini come i quadri e le statue del tempo, infatti, sono spesso facilmente comprensibili e riescono a trasmettere la storia o lo spaccato della quotidianità dell’epoca nella quale vennero realizzati.
I documenti di archivio, d’altro canto, non risultano essere così facilmente comprensibili, per questo bisognerebbe porre l’accento sulla formazione di archivisti e paleografi che sappiano conservare la lettura di questi testi, che nel tempo dovrebbero essere digitalizzati per una facile consultazione, salvaguardando gli originali dal continuo tocco degli utenti.
La bellezza del mondo contemporaneo nel quale ci troviamo a vivere, infatti, ha reso possibile la diffusione in alta qualità di questi preziosi tesori, rendendo facilmente arrivabili e consultabili, nonché ammirabili, i capolavori del mondo.
Il Google Arts & Culture ben incarna questo spirito, rendendo visitabili alcuni tra i più grandi musei del mondo, con opere apprezzabili anche con ingrandimenti ragguardevoli: questo non deve, però, limitare la conoscenza personale delle opere d’arte ma permettere solo la consultazione di quei
capolavori non sempre facilmente raggiungibili, soprattutto per le grandi distanze geografiche e gli alti costi dei viaggi.
Non mi stancherò mai di dire che la cultura altro non è che un insieme composto da comportamenti, valori, ideologie e organizzazioni sociali: sono questi elementi che ci aiutano ad interpretare il nostro universo e a gestire i nostri ambienti naturali e sociali.
La cultura è stile di vita, tradizioni, costumi, pratiche sociali e folclore: non scordiamocelo ma
siamone consapevoli. Riscoprirla significa riscoprire noi stessi e la nostra storia: farlo significa offrire e offrirsi qualità intellettuale degna di essere notata. Apriamo i musei al pubblico, rendiamoli maggiormente fruibili, incentiviamo lo studio della storia dell’arte; organizziamo visite d’istruzione nei musei, nelle biblioteche e nei teatri: l’essere umano ha bisogno di abituarsi alla cultura e può farlo frequentandone i giusti luoghi.
Credo che incentivare lo sviluppo tecnologico e conoscitivo, digitalizzare le nostre collezioni e incrementare la formazione e l’avvicinamento della società a queste antiche chiese della conoscenza, possa essere una delle migliori strade da perseguire, riuscendo anche ad imparare dagli errori del passato al fine di non commetterne di nuovi. In fondo la storia è spesso ciclica e conoscere le reazioni a possibili soluzioni non potrà far altro che giovare a tutti: non sarà allora vero che il futuro è già scritto… nella storia?
Spero davvero che questa mia riflessione sia di stimolo per perseguire con caparbietà la via della rinascita culturale, che l’Italia si merita da sempre; spero un giorno di poterla incontrare e stringerle la mano, ringraziandola personalmente per il suo impegno per il nostro grande e meraviglioso Paese.
Marco Grilli
Storico e Critico d’arte
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