Questa direzione alla Regione Umbria non s'ha da fare

RegioneUmbria(ASI) Lettera inviata dalla dottoressa Ernesta Maria Ranieri, coordinatrice della Regione Umbria, ad un giornale che aveva riportato, in un articolo, alcune dichiarazioni di sindacalisti.

"Sono contenta che tutti abbiano saputo dell'attacco proditorio ai bilanci della Regione e poi dello Stato che avevano in animo di compiere l'assessore Bartolini e la presidente Marini, i quali, con la scusa di dover sistemare "qualche" dipendente delle Province stavano addirittura per nominare un altro direttore regionale, che sarei stata io. E ora, grazie alla straordinaria mobilitazione della triplice sindacale, e di qualche puparo ( o pupara), il piano criminoso è fallito. I bilanci sono salvi, le "risorse regionali" pure.
Non c'è stato nessun intrigo, nessun patto scellerato, e non ci sarebbe potuto essere nessun danno all'erario come ha detto qualche ignorante. Sarebbe stata un'operazione senza l'intervento dei poteri forti, più o meno occulti, senza corruzione, e senza neppure scomodare la 'ndrangheta; quindi una decisione politica del tutto legittima e quindi anomala per il nostro Paese. Lo dico con molta amarezza.
Ecco i fatti: a luglio scorso, con diritto alla pensione maturato dal 26 giugno, il professore Antonio Bartolini, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Perugia, appena nominato assessore regionale alle riforme, che mi conosceva avendo lavorato assieme per alcuni progetti regionali nella passata legislatura, mi rappresentava la possibilità di portare avanti, rimanendo ancora qualche mese in servizio, e comunque massimo fino al 31 gennaio 2016, due attività che peraltro facevano parte del programma politico della presidente Marini: la semplificazione amministrativa e la riacquisizione in capo alla Regione delle funzioni in materia ambientale esercitate dalle province. Progetti impegnativi ed importanti: l'uno, quello della semplificazione, necessario ed urgente a fronte delle sempre più marcate esigenze espresse da cittadini ed imprese; l'altro, quello della gestione, senza soluzione di continuità, delle funzioni ambientali, rilevantissimo, ovviamente ed in primo luogo, sul piano della tutela ambientale e della salute, ma anche – ancorché di questo non tutti abbiano la necessaria consapevolezza e la dovuta cognizione della portata come concreta, reale, e forse unica, politica industriale – per la vita delle imprese. Per quest'ultimo compito sarebbe stato necessario organizzare le strutture regionali ed il personale proveniente dalle province, come pure avviare nuovi processi operativi, unificare procedimenti, ridefinire normative, semplificare procedure. Così come era stata pensata, per compiti e funzioni aggiuntive, poteva avere, senza che fosse assolutamente uno scandalo, le caratteristiche di struttura equiparata a direzione. Che cosa ci sarebbe stato di illegittimo e di scandaloso non si capisce, o forse si capisce fin troppo. Più costosa? A parte che nella pubblica amministrazione, secondo un criterio consolidato e noto anche a chi ha fatto solo le serali, le valutazioni si fanno tra costi e benefici, di quali costi si parla? La spesa a carico del bilancio regionale, visto il poco tempo in cui sarei dovuta rimanere, sarebbe stata assai modesta: duemilacinquecento, massimo tremila euro in tutto per i tre mesi. Per il bilancio dello Stato, invece, forse niente viste le nuove disposizioni introdotte dalla legge di stabilità 2015. Difficile, quindi, dire, come qualcuno ha prospettato, che di tale sperpero di denaro pubblico e di ventilato danno all'erario si sarebbe occupata anche la Corte dei Conti. E così i sindacati fremevano e ricordavano all'assessore Bartolini che una deliberazione di Giunta regionale del 2012 disponeva "di evitare nei 12 mesi precedenti il collocamento a riposo/cessazione del personale, conferimenti di primi incarichi ovvero mutamenti di incarico di posizione organizzativa" che però, aggiungo io, non era mai stata osservata, e non una sola volta, spesso. Negli ultimi tempi è stata disattesa almeno per cinque dirigenti (di cui uno, colonna del sindacato) con oneri sia a carico del bilancio regionale che dello Stato. Era giunto, finalmente, il momento di farla osservare.
I sindacati s'indignano e gridano allo scandalo perché in questo modo non sarebbe stato valorizzato il personale; e scrivono così "appare come un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti delle risorse regionali già esistenti che hanno le competenze necessarie ad affrontare il trasferimento". Ma io avrei lavorato con il personale regionale. Cosa c'entra "la sfiducia"; sarebbe stato esattamente il contrario; avrei cercato di valorizzare le capacità del personale, come peraltro ho sempre fatto, e tutto questo a differenza di qualcuno che i lavori li fa fare a consulenti e/o società private con costi, questi sì, pesanti per il bilancio regionale.
Quello che avrei dovuto fare io lo possono fare altri? Certamente, ma forse l'assessore Bartolini e la presidente Marini, a torto o a ragione, pensavano, conoscendomi da qualche tempo, che avrei potuto dare garanzie professionali. Si è trattato semplicemente di una manifestazione di stima e di fiducia, e di questo li ringrazio pubblicamente. Però pensavo anche che avessero il diritto di scegliere, e di decidere liberamente trattandosi di un rapporto meramente fiduciario perché se le cose non dovessero andare bene (ma quando c'è di mezzo il sindacato, le cose, è risaputo, vanno sicuramente bene) a rispondere all'opinione pubblica sono i politici.
Scrivono sempre i sindacati che "un simile provvedimento potrebbe essere interpretato come un tentativo di utilizzare la situazione di difficoltà dei colleghi delle province per un'operazione di basso cabotaggio atta a favorire particolare interessi di potere da non poter in alcun modo avallare". Basso cabotaggio? Ma che vuol dire? E' un dato oggettivo che la Regione (in particolare la presidente Marini e l'assessore Bartolini) intende favorire quanto più possibile l'ex personale delle province. Che c'entra la speculazione? E che centrano gli "interessi di potere" . Chi avrebbe avuto questo nuovo e straordinario potere? Io, per pochi mesi? L'assessore? La presidente? Tutti insieme? Meno male che siamo solo tre altrimenti ci avrebbero anche accusato di associazione per delinquere. Più che fantasioso, delirante. E poi la chiosa, geniale: l'avallo. D'ora in poi - lo sappiano tutti - sugli atti della giunta regionale, per esser validi e produrre effetti, ci vuole l'avallo dei sindacati. Una novità interessante, ma inquietante. La cosa è talmente grottesca che manderò i documenti a Matteo Renzi perché possa ricredersi sul ruolo dei sindacati e su quello che, forse da anni, pensa e dice sui sindacati.
Un'ultima cosa: sentendo l'intervento di Raffaele Cantone, qualche giorno fa a Milano, sulla meritocrazia, mi è venuto il sospetto che avesse letto la lettera dei sindacalisti perugini".

dottoressa Ernesta Maria Ranieri

 

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