(ASI) "Dalla denuncia di un coraggioso giornalista del New York Times, gli Stati Uniti sono costretti a gettare la maschera sul loro effettivo ruolo nella guerra fratricida siriana.
Così non è più possibile per gli USA nascondere ipocritamente ciò che tutti sospettavano, cioè di essere tra i principali fornitori di armi (gli altri sono notoriamente l'Arabia Saudita, gli Emirati del Golfo e Turchia) a favore dei nemici del presidente siriano, Assad, e dei fondamentalisti islamici tagliagole, che li affiancano. Si parla di grosse partite di missili anticarro e mezzi corazzati, pick-up, senza considerare l'assistenza tecnologico-satellitare, l'attività di intelligence e l'addestramento, che esperti statunitensi (e alleati) da sempre impartiscono ai ribelli. È dunque alla luce di questo (ufficialmente sempre negato) intensificarsi di iniziative che si spiega l'intervento russo. Si provi ad immaginare l'area medio-orientale, senza questo salutare riequilibrio delle forze in campo, e la Siria senza Assad: un corpo inerte, in preda agli sciacalli neocolonialisti "occidentali". Con l'aggiunta – come ciliegina sulla torta – dei "volonterosi carnefici" di Palestinesi, che rispondono agli ordini dei generali di Tel- Aviv.
Luigi Franceschetti
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