L'importanza di chiamarsi Don Mazzi. La sua è vanità o pietà cristiana?

(ASI) Bravo Don Mazzi! Ma è anche vero che ben altre attività, condotte da Associazioni solidali, non hanno la stessa attenzione da parte dei mass media , quasi a volerle tacitare.

C'è da chiedersi perché ciò accade. Desidero precisare che apprezzo immensamente l'operato di Don Antonio Mazzi, la sua capacità nell'affrontare concretamente il disagio dei giovani, soprattutto di chi è caduto nella spirale della droga, nonché il suo impegno per la riabilitazione ed il reinserimento nella società di chi sbaglia.

Devo , purtroppo, affermare che i giornalisti molto spesso sono diffidenti, soprattutto se legati alle caste del potere , a tal punto da non dar luce all'impegno coraggioso di tanti che, ogni giorno, con fervida umanità, si adoperano per gli altri, ai quali dedicano la propria vita.

Si dà poca importanza a chi, ogni giorno, offre i pasti quotidiani a migliaia di persone nelle mense della carità, a chi laico o prete, parte per paesi lontani al fine di irradiare i valori della civiltà e della dignità umana , rischiando la vita o a chi semplicemente dedica il proprio tempo agli anziani, ai poveri, alle prostitute e ai disagiati.

Mi pare che Don Antonio Mazzi entri in scena solo quando ad essere aiutato è un personaggio televisivo come Lele Mora o Fabrizio Corona o qualche politico di rilievo come Silvio Berlusconi.

Certo il Cavaliere non lo ha scelto e , anziché' "pulire i cessi", come Don Mazzi lo invitava a fare, è andato a prestare il proprio servizio a favore egli anziani.

Ho l'impressione che non sei un vip caduto in disgrazia, il nostro caro Don Mazzi non ti considera neppure ed entri in scena solo quando c'è uno scoop, come nel caso della ragazza, accusata di aver compiuto un gesto efferato, alla quale la legge nega di prendersi cura del proprio bambino appena partorito.

Potrebbe trattarsi di pietà cristiana, certo, visto che Cristo è amore e comprensione , ma anche di vanità, che è uno dei sette peccati capitali, considerato che la carta stampata e le telecamere , quindi la notorietà , affascinano Don Mazzi a tal puto che interviene solo se c' è lo scoop.

Potrei essere tacciato di invidia considerato che nessuno ha parlato dell'aiuto economico (25 mila euro ) offerto dalla mia Associazione, con il contributo del Comune di Assago , due anni fa , ai cittadini di Taranto, colpiti dalla crisi dell'IIVA.

Difatti, per venire incontro al disagio sociale creato dall'ILVA sono stati erogati 25 assegni da 1000 euro a 25 persone in difficoltà economiche.

Forse è poco, ma è tanto, se si pensa all'idea che sorreggeva il progetto che, se attuato e spinto, magari da una stampa meno diffidente e di parte, avrebbe incentivato la cooperazione tra Associazioni e Comuni, finalizzata ad aiutare Comuni in difficoltà.

Si sarebbe potuta creare una rete solidale a livello nazionale, alimentata dai cittadini abbienti a favore dei più poveri. Se tale iniziativa fosse stata ideata da Don Mazzi non escludo che lo stesso avrebbe ricevuto il Nobel per la bontà.

Non resta altro che prendere dolorosamente coscienza che anche il sociale ha le sue barriere costruite dal potere e dalla comunicazione . Peccato non chiamarsi Don Mazzi. Ma siamo contenti di fare del bene nascondendo la mano che "ha dato" , come dice il Vangelo.

L'unico problema è che, senza l'aiuto della stampa, la diffusione del nostro messaggio va molto a rilento , anche se sospinto dall'amore, tuttavia non si arresta di fronte alle difficoltà.

Biagio Maimone

Comunicazione Sociale, Politica ed Economica

 

 

 

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