Immigrazione e guerra: il gioco (gioco?) ei quattro cantoni

(ASI) Ai quattro cantoni si gioca come noto in cinque. E cinque sono i protagonisti di quello che però non è un gioco, o se lo è è tanto pericoloso da rischiare di trasformarsi in tragedia:

la partita dell'immigrazione nello spazio-frontiera tra Libia e Italia potrebbe infatti sfociare in una nuova guerra. I tre che spadroneggiano garantendosi comunque il controllo di un cantone sono gli 'estremisti', Galantino, Gentiloni, Salvini. I due che si litigano il quarto cantone sono Maroni e Bagnasco. Galantino vuole fare entrare tutti, e oggettivamente il suo laissez faire rende esplosiva la situazione, alimenta il rischio guerra. Gentiloni vuole bloccare il flusso di ingressi ma con una guerra dell' "Occidente" contro la Libia. Salvini concorda in fondo con Gentiloni: vuole giustamente bloccare i flussi di ingressi, ma non ha sensibilità per le regole del diritto internazionale, è l'opposto speculare di Galantino: tutti fuori, con qualsiasi mezzo, anche quello minacciato dal ministro degli esteri di Renzi.
Bagnasco avverte il pericolo della posizione di Gentiloni e invoca una ONU che non c'è. Ban Ki Moon come noto conta quando il 2 di briscola, ed è succube dei poteri finanziari evocati dal presidente della CEI nel suo intervento a Genova . Segue Bagnasco l'ex ministro Maroni. Lui concorda giustamente con Salvini, ma al contrario del nuovo leader della Lega, l'ex ministro degli interni - ingiustamente accusato dalla Louise Arbour , all'epoca dell'accordo con Gheddafi, di violazione dei mitici 'diritti umani' - ci tiene alla legalità internazionale. Non è solo leader, sa comportarsi da statista. Niente guerra, no alla soluzione Gentiloni: l'ONU potrebbe-dovrebbe interporsi come da Statuto dell'ONU tra i due paesi in conflitto, l' Italia aggredita da continui atti di guerra - i barconi di disperati che i governi di Libia nulla fanno per blioccare - e la Libia aggressore perché non fa nulla e lascia partire dalle sue coste i gommoni e i barconi degli scafisti carichi di schiavi.
Un cordone navale ONU di assistenza e nello stesso tempo di blocco dei migranti, da rispedire al mittente: questo ci vorrebbe. Ma il trend dominante è quello opposto, la guerra, con il supporto dell'estremismo irresponsabile della Caritas e di molta Chiesa. Forse solo se la Mogherini entrasse in gioco a fianco di Maroni e Bagnasco, come nel suo stile, le cose potrebbero cambiare: ma dovrebbe essere Renzi a spingerla e a convincere Gentiloni a tacere parole inopportune. In fondo lo spazio c'è: non solo Renzi, ma anche il ministro degli esteri ha condiviso in toto la via di Obama sull'accordo con l'Iran, paese del quale lo stesso capo della Farnesina ha respinto l'usuale demonizzazione di chi trama sempre guerre, caos, odio tra i popoli e dentro i popoli. L'oltranzismo occidentale che tante guerre e disastri ha prodotto nell'ultimo quarto di secolo - e di cui la Caritas e Galantino sono la faccia speculare "buona" - andrebbe bandito per sempre, anche sulla frontiera difficile del golfo della Sirte

Claudio Moffa

 

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