(ASI) La Guerra civile fa parlare di sé ancora. In un modo o nell'altro, che si vuole o meno. Questa la storia di un'altra Martire uccisa dalla furia partigiana.
Assunta Vannozzi, accusata di essere una spia fascista che venne barbaramente uccisa dai partigiani. A lei una strada intitolata col suo nome.
Non una strada qualsiasi, ma quella che dalla frazione di Ocre porta sino ai boschi e arriva a Capodacqua, proprio il posto dove Assunta venne uccisa. Il Comitato Pro 70° Anniversario della RSI della provincia di Rieti, a febbraio del 2014, avanzò al sindaco di Leonessa Paolo Trancassini di intitolare una strada in memoria di Assunta Vannozzi. Proprio qualche giorno fa, e precisamente il 17 agosto, l'amministrazione ha pubblicamente ed ufficialmente riabilitato la memoria della Martire dedicandole una strada proprio nel luogo dove ebbe fine la sua esistenza. Un dramma per troppo tempo dimenticato dalla vulgata rossa.
La storia di Assunta Vannozzi non è presente nei libri di scuola come per molte altre morti della cosiddetta "parte sbagliata". Coloro che continuarono a credere nell'Ideale fascista e che pagarono con la morte. Fu uccisa a soli 29 anni il 16 marzo per mano dei partigiani. Da allora un silenzio durato troppo tempo su quella madre giustiziata senza un motivo valido. E infangata ancor più dopo la sua morte. Questi i fatti del periodo storico. Nel febbraio 1944, il 26 per la precisione; dopo l'uccisione del Commissario Francesco Pietramico, la situazione dell'ordine pubblico sull'altopiano di Leonessa era peggiorata. La pressione continua della guerriglia che sconfinava dall'Umbria portò il 14 marzo seguente, al distaccamento della GNR che garantiva la sicurezza nella zona. Il giorno dopo che i fascisti andarono via, i partigiani scesero a Leonessa compromettendo l'ordine pubblico.
La mattina del 16 marzo, alcuni partigiani, con indosso passamontagna e fazzoletti al viso entrarono in casa della famiglia Vannozzi. Questi andarono contro Assunta, a letto con la febbre, accusandola di essere una spia fascista. Le strapparono il figlio Luigino di appena due anni e la portarono fuori con loro per strada tra le grida dei familiari.
Senza un motivo valido, uno dei partigiani, uccise Assunta con un colpo di grazia alla nuca. Tipico dei partigiani. I "patrioti", prima si sparire, rubarono tutto quello che trovarono in casa, tra cui gioielli. Nel dopoguerra, di questo orrendo delitto vennero accusati tre partigiani del luogo: Concezio Antonelli, Enzo Lucci e Mario Romano. L'Antonelli ed il Romano negarono tutto. Luci invece affermò di aver agito su ordine della Brigata "Gramsci". In quel periodo, secondo disposizioni interne, le azioni compiute dai partigiani, venivano considerate "legittimi atti di guerra". Così i tre vennero scarcerati.
La magistratura nel tempo, accertò che Assunta Vannozzi era innocente e che la sua morte fu un "errore di valutazione". Un errore durato ben 70 anni. Fino al 17 agosto del 2015 quando alla Martire Assunta è stata dedicata una strada a suo ricordo.
Davide Caluppi
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