(ASI) "Lo abbiamo detto subito, quando è stato chiuso il Cocoricò, ed ora lo ribadiamo per la discoteca Guendalina nel Salento: la chiusura non risolve il problema anzi lancia un messaggio sbagliato.
Il problema infatti non è il luogo di spaccio altrimenti, per lo stesso ragionamento, si chiuda anche il parco Lambro di Milano o il quartiere Pigneto di Roma - la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia lancia una provocazione al Ministro dell'Interno che proclama il 'pugno duro' contro le discoteche.
Alla famiglia di Lorenzo Toma va tutta la nostra vicinanza e solidarietà ma, per evitare altri eventi tragici come questo, non servono provvedimenti tampone perchè colpiscono soltanto l'ultimo anello della catena di morte che investe ragazzi e ragazze per lo più giovanissimi – afferma il Segretario Nazionale della Consap Stefano Spagnoli – e la chiusura dei locali di divertimento non impedisce il consumo di droghe ma sposta soltanto il fenomeno in un altro luogo di consumazione.
La lotta alla droga si fa seriamente e severamente, tutti i giorni, sul territorio con Forze di Polizia numericamente adeguate e motivate e con la certezza che gli spacciatori presi se ne stiano in carcere. Finchè i 'venditori di morte', che vengono arrestati dalle Forze dell'Ordine, continueranno ad essere immediatamente scarcerati non appena convalidato il loro arresto, noi saremo costretti a piangere i nostri giovani.
Non è possibile continuare a sostenere una politica che pratica falso buonismo con la pelle degli altri e per questo motivo continua a legiferare perché i delinquenti entrino il meno possibile nelle carceri.
Se l'Europa ci ammonisce e ci condanna per il sovraffollamento, allora costruiamo le carceri ma non si possono lasciare liberi i criminali e quindi anche i 'venditori di morte' che invece devono stare in galera senza se e senza ma.
E nel frattempo che costruiamo le carceri utilizziamo da subito i siti militari dismessi e l'esercito per la custodia e la vigilanza dei "fuorilegge", ma salviamo i nostri ragazzi – incalza Spagnoli –
La situazione non è più sostenibile ed i poliziotti non ne possono più di trovarsi sulla strada, il giorno dopo, lo spacciatore che avevano arrestato il giorno prima.
E' inutile chiudere le discoteche o, perlomeno, lo è in questo momento in cui lo Stato non ha più in mano il controllo del territorio – conclude Spagnoli – Prima è necessario rendere la macchina della giustizia efficiente e garantire la certezza della pena affinchè i criminali non continuino a delinquere e non, invece, come avviene ora, legiferare al contrario rendendo la custodia cautelare sempre più un' istituto previsto sulla carta ma impossibile da utilizzare.
Diversamente sarebbe come voler costruire una casa iniziando dal tetto.
Per cui la politica cambi passo, tuteli seriamente i cittadini onesti e li renda fieri di esserlo, dia alle Forze di Polizia gli strumenti legislativi per difenderli e tratti i "venditori di morte" come meritano, buttando la chiave e non con un 'puffetto' sulla guancia!"
UFFICIO STAMPA CONSAP