(ASI) Un panorama impressionante, che sembra avvalorare gran parte dei luoghi comuni sullo strapotere incontrastato delle banche nei confronti di cittadini e imprese. Lo delinea il “primo rapporto nazionale sull’usura praticata dalle banche”, che sarà presentato a Perugia, all’Auditorium Gennaro Esposito dell’Agenzia delle Entrate (via Canali 12) venerdì 12 luglio, a partire dalle ore 14:30.
Le illegalità delle banche verso imprese e cittadini sono diffusissime.
Un panorama impressionante, che sembra avvalorare gran parte dei luoghi comuni sullo strapotere incontrastato delle banche nei confronti di cittadini e imprese. Lo delinea il “primo rapporto nazionale sull’usura praticata dalle banche”, che sarà presentato a Perugia, all’Auditorium Gennaro Esposito dell’Agenzia delle Entrate (via Canali 12) venerdì 12 luglio, a partire dalle ore 14:30.
Il rapporto nasce dal complesso delle analisi preliminari (oltre 170.000) svolte fino al settembre 2014 da SDL Centro Studi, società di consulenza e assistenza alle imprese e ai soggetti privati. Un flusso di dati imponenti, che hanno puntato i riflettori su un fenomeno ancora poco conosciuto e sottovalutato nella sua diffusione in Italia, quello delle illegalità nei rapporti tra alcuni operatori bancari, parabancari, mediatori creditizi e finanziari e molti imprenditori, privati consumatori e famiglie. I dati raccolti sono stati poi analizzati dalla “Fondazione di partecipazione SDL per l’educazione finanziaria delle imprese e per gli studi aziendali” sotto il coordinamento del professor Maurizio Fiasco, esperto della Consulta Nazionale Antiusura, ricercatore e docente in materia di sicurezza pubblica e gioco d'azzardo.
Un fenomeno devastante per la convivenza civile.
La ricerca in questa prima parte si è focalizzata sui contratti di Conto Corrente aziendale per l’utilizzo dei servizi bancari e fondamentalmente sul credito di esercizio. Sono stati presi in esame 46.887 conti correnti intestati a 14.000 imprese, aventi nel complesso 125.000 unità di occupati. I fenomeni osservati sono stati l’usura oggettiva (art. 644, comma 3, del codice penale); l’usura soggettiva (art. 2 della legge n. 108/1996); l’anatocismo (pagamento degli interessi composti) nei valori dei trimestri non affetti da usura. Sul piano metodologico, lo studio, quando ha riscontrato casi di anomalia, ha proceduto a calcolare il dettaglio analitico degli importi delle somme “contestate” e, conseguentemente, da recuperare da parte del titolare del contratto.
Il risultato emerso è stato definito dai ricercatori “imponente e devastante sotto il profilo dell’etica della convivenza civile, deviante, tuttora sconosciuto tanto all’opinione pubblica quanto alle istituzioni deputate a garantire e a tutelare valori di rilievo costituzionale, quali la libertà d’impresa, il risparmio, la famiglia”.
Il 99% dei conti correnti presenta anomalie, il 71% ha tassi usurai.
Alcune cifre fornite dai ricercatori sembrano supportare un giudizio così forte. Sul campione analizzato, ben il 99% dei conti correnti presentavano anomalie. Il 71% dei casi, poi, configurava la fattispecie dell’usura in base all’art. 644 del codice penale (tassi di interesse superiori alla soglia di usura). Inoltre, è emerso che, ogni 100 euro pagati alla banca per “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito” (citazione testuale della legge 108/96) un’alta percentuale non era dovuta. Sul campione analizzato, infine, nonostante la situazione pesante in cui versano, l’84% delle aziende sono risultate ancora attive e con possibilità di salvarsi dalla crisi.
Famiglie e imprese “aggredite”: il “business sulle difficoltà”. La sintesi della ricerca è pesantissima: “la crisi finanziario-economica, mentre provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, attiva inaccettabili comportamenti di ‘business sulle difficoltà’, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia. A tale attacco fa da pendant un’insistente espropriazione delle famiglie sovraindebitate e prive di adeguate tutele”.
Media e istituzioni disattenti verso gli “approfittamenti”. Sviluppo e ripresa a rischio.
Il rapporto chiama in causa i mass media, che finora hanno solo sommariamente accennato al problema della “devastante percentuale di anomalie” rilevabili nei conti correnti aziendali; e alle istituzioni, ancora incapaci di inquadrare la problematica e trovare rimedi efficaci. Una “disattenzione” e una sottovalutazione del fenomeno degli “approfittamenti delle situazioni di difficoltà finanziarie congiunturali” tanto più colpevoli se, come sottolineano gli autori dello studio, si valuta quanto nuoccia ai valori primari dell’economia nazionale. Non può esservi, infatti, secondo le analisi della ricerca, una politica economica di sviluppo “senza difendere le imprese dall’ottusità delle vessazioni bancarie finanziarie”. E non sono concepibili politiche attive per il lavoro e la coesione sociale, se si ignora la priorità di tutelare l’economia privata produttiva anche con un credito corretto e legale.
Senza interventi che facciano cessare l’usura “nella” e “della” banche -concludono drasticamente gli autori della ricerca- si lascerebbe una grave “ipoteca sulla possibilità che l’Italia si riprenda dalla recessione economica e ritorni a creare valore aggiunto e offerte di impiego per le forze di lavoro disponibili”.
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