(ASI) Non ho esperienze e conoscenze per fare paragoni, ma una cosa è certa: l'Italia è un Paese vigliacco, forte, prepotente, arrogante, solo con i deboli, con la povera gente. E' un'indecenza, una vergogna.
L'ultimo esempio è di questi giorni, anzi, ad essere precisi, di qualche anno fa, ai tempi del governo di Mario Monti e di quell'altro fenomeno, il ministro Elsa Fornero. Entrambi, improvvisati, uno presidente del consiglio e l'altra ministro, nominati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ebbero in dote un Paese sull'orlo del baratro - così si disse - ad un passo dal default. E furono costretti a prendere delle decisioni drastiche così come imponeva il momento difficile, anzi drammatico. E allora che cosa fecero? Le cose più semplici e più indecenti: tagliarono d'un sol colpo le pensioni. Rinviarono improvvisamente l'età pensionabile, provocando gli esodati, quelli senza stipendio e senza pensione. Un terremoto per molti milioni d'italiani. Tanto - avranno giustamente pensato - i pensionati (o pensionandi) non contano niente, nella società italiana rappresentano lo zero assoluto, possiamo farlo senza sorprese e senza reazioni. Infatti, nessuno si permise di fare qualche osservazione, non dico di equità e di buonsenso, merce sconosciuta tra i geni della politica che ci troviamo tra i piedi, nostro malgrado, ma di diritto, di rispetto delle leggi, dei cosiddetti diritti acquisiti. Niente. Così in un sol giorno ci fu un taglio netto alla rivalutazione. Ma quelle misere rivalutazioni monetarie - vale naturalmente per quelle più basse - sono indispensabili per vivere, per sopravvivere - sì per sopravvivere, professoressa Fornero - non servono per andare a teatro. Come si fa a pensare di costringere tutti quei miserabili a fare altri sacrifici, per mantenere uno Stato corrotto e spendaccione oltre ogni limite, oltre ogni sopportabile decenza.
Allora che cosa avrebbero potuto e dovuto fare? Semplicissimo. Invitare a Palazzo Chigi, a pranzo, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due giornalisti del "Corriere della Sera" che ogni giorno - ogni giorno, professoressa Fornero - "scoprono", raccontano, denunciano sprechi e dissipazione di denaro pubblico da fare spavento. E, visto che ci siamo, avrebbe potuto dare il suo prezioso contributo anche Milena Gabanelli, che con la sua trasmissione "Report" denuncia sperperi e truffe. Così non c'era bisogno nemmeno di Carlo Cottarelli, tanto poi non è servito a niente, perché Matteo Renzi, altro campione di nullaggine politica, ha fatto di tutto per mandarlo via perché il commissario aveva trovato, con la famosa quanto inutile spending review, come e dove tagliare drasticamente. Ma come si fa a togliere risorse ad amici e compari che proteggono questi politici e questo Stato? Non si può, per i potenti valgono i contratti, valgono i diritti acquisiti, non sono mica pensionati che non contano nulla. Poi è successo che la Corte Costituzionale, in un momento di lucidità, con una sentenza, ha giustamente dichiarato incostituzionali quei tagli ed ha imposto allo Stato di restituire i soldi illegittimamente trattenuti. E allora è successo il finimondo. Tanti politici semianalfabeti si sono improvvisati costituzionalisti ed hanno criticato la sentenza della Consulta in un delirio di idiozie. E così sul banco degli imputati - capita spesso, purtroppo - sono finiti i giudici della Corte Costituzionale che, secondo gli azzeccagarbugli, avrebbero invaso il territorio riservato alla politica. Ma se la Corte Costituzionale non interviene quando il potere legislativo viola la Costituzione a cosa servono, la Corte e la Costituzione? Ha voluto dire la sua anche la Fornero, la principale responsabile di questo disastro, criticando la sentenza. Pazzesco. E adesso cosa accadrà? Semplice: stanno studiando il modo per non rispettare nemmeno la sentenza della Corte Costituzionale. Certo non lo faranno subito, lo faranno dopo le elezioni regionali. Hanno già studiato il piano: prima prenderanno i voti e poi fregheranno un'altra volta. Faranno un altro sopruso. Possono contare sul fatto che, nella peggiore delle ipotesi, passeranno anni prima che intervenga la Corte un'altra volta. E poi che volete che sia, in un Paese in cui la legalità è un concetto prevalentemente astratto, non rispettare una sentenza? E' la regola. Questo Stato, guidato e sostenuto da persone indecenti, lo può fare, lo farà - statene certi - senza rimorsi e senza incertezze.
Fortunato Vinci
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