(ASI) Per noi di Forza Italia, che dal 94’ si fa promotore dei diritti di libertà dell’individuo e allo stesso tempo ha sempre sostenuto l’importanza della famiglia, il divorzio è sempre stato un argomento di divergenza tra i vari individui, parlamentari ed iscritti al partito.
È un argomento estremamente delicato, tant’è che anche oggi, quindici anni dopo il duemila, vuoi per l’attaccamento a quei valori e a quelle tradizioni cristiane su cui si fonda la nostra società, vuoi per la penetrazione della chiesa a più livelli all’interno del tessuto sociale italiano, viene trattato ancora come una specie di tabù. Se da un lato il divorzio per alcuni può rappresentare un fallimento familiare e personale, per altri rappresenta la liberazione da una condizione diventata insostenibile, o ancora più spesso dal mutamento delle condizioni che hanno spinto la coppia ad unirsi nel sacro vincolo del matrimonio.
In Italia, stiamo assistendo ad un forte e preoccupante calo delle unioni, che ha comportato un calo ancora più evidente ed ancora più grave delle nascite, in contrapposizione all’aumento di separazioni, divorzi e situazioni di unioni più sostanziali che formali, come la convivenza. La colpa è da ricercare soprattutto nella politica economica degli ultimi governi, che, oltre a massacrare i redditi delle famiglie, degli imprenditori, delle persone, non è mai riuscita a fornire strumenti economici validi per incentivare i consumi, mi viene in mente la carta acquisti, il fondo per i nuovi nati, il blocco dei tassi dei mutui, il blocco degli sfratti e degli affitti nonché il fondo di garanzia per le nuove coppie dei governi Berlusconi, iniziative del genere infatti, mancano in Italia dal 2011, anno dell’ultimo governo espressione d’investitura popolare. Un altro grosso deficit invece, è da ricercare senza dubbio nella Giurisprudenza, che stabilisce il principio che, il coniuge economicamente più forte deve garantire a quello più debole un tenore di vita equivalente a quello tenuto durante il Matrimonio. A mio avviso, andrebbero istituite nuove norme giuridiche, che possano meglio supportare l’attività dei magistrati, affinché venga rispettato, non solo il principio a cui facevo riferimento precedentemente, ma soprattutto per fare in modo che, anche la parte economicamente più forte della coppia, non si ritrovi a vivere in condizioni disumane, per cercare quindi, di far mantenere un tenore di vita quanto più simile a quello vissuto nella vita di coppia, ad entrambi i coniugi. Sarebbe giusto proprio nel rispetto dei diritti di libertà per i quali ci battiamo dal 94’. Bisogna cambiare e bisogna farlo in fretta, è giustissimo ed onorevole provvedere al mantenimento dei propri figli, ma credo sia umiliante per un individuo, campare tutta la vita sulle spalle dell’ex coniuge e addirittura, ricattarlo con l’utilizzo sistematico e terroristico dei figli. Salvo condizioni di oggettiva impossibilità a svolgere attività lavorativa, bisognerebbe addirittura abolire il mantenimento per l’ex coniuge, ma al contempo, lo Stato deve farsi promotore di una politica economica a sostegno dei cittadini e della loro indipendenza economica, prevedendo il giusto riconoscimento, anche per quelle donne mosse da un innato ed invidiabile senso della famiglia, che rinunciando ai successi lavorativi, trovano realizzazione personale nell’accudire la famiglia, istituendo magari, un’indennità pensionistica per le casalinghe, per esempio, prendendo i fondi dall’eliminazione delle detrazioni per le mogli a carico, rendendo economicamente autonome nell’età della pensione gran parte delle donne italiane, che non dovranno più elemosinare allo stato, la pensione dei rispettivi mariti, solo quando questi vengono a mancare.
Redazione Agenzia Stampa Italia