(ASI)Umbria - La mia interrogazione risale allo scorso mese mese di agosto ed all’epoca sollevò l’indignazione sindacale e politica del “politicamente corretto”. Per disguidi legati al periodo feriale - su cui non vogliamo speculare - il protocollo della stessa risale però “solo” al 19 settembre: sono comunque già trascorsi, ad oggi, più di cinquanta giorni (invece dei quindici previsti dal regolamento...) in attesa di ricevere la risposta, tra l’altro richiesta in forma scritta.
Un lasso di tempo fin troppo lungo che lascia presagire da parte della Giunta regionale la mancanza di volontà nel fornire risposte in una materia delicata come le politiche terapeutiche dei SerT, che hanno risvolti strategici e crediamo “imbarazzanti” non solo in campo medico, ma anche per i risvolti che ne derivano, dal mercato della droga a - più in generale - la sicurezza sociale.
Vale la pena ricordare che nell’interrogazione si chiedeva conto, per ogni singolo SerT, delle percentuali di affidamento diretto di metadone rispetto all’utenza in carico, oltre alla consistenza della dose media affidata e alla percentuale di “affidi” ai tossicodipendenti residenti rispetto a quelli non residenti.
Domande, estremamente semplici e lineari, alle quali l’assessorato ed il suo Direttore possono certamente rispondere in pochi giorni.
Il sospetto, neanche a dirlo, è che possano esistere luoghi dove si privilegia l’affidamento diretto e dove - guarda caso - “proliferano” anche soggetti non residenti. Una sorta di paradiso per tossici dove fiorirebbe un mercato nero del metadone e dove, con ogni probabilità, i tassi di criminalità potrebbero essere più alti.
Ci auguriamo di essere smentiti da una celere risposta, il cui ritardo rimane comunque ingiustificato.
Andrea Lignani Marchesani
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